Qualcuno avrebbe cancellato, con della vernice nera, il nome di un consigliere comunale di Papasidero da un manifesto ufficiale affisso all'interno del municipio, nei pressi della stanza del sindaco Fiorenzo Conte. La denuncia è arrivata dal diretto interessato, Carlos Alberto Di Cunto, che qualche giorno fa ne ha dato notizia ai cittadini del piccolo borgo cosentino con una lunga missiva.

La lettera

Di Cunto, resosi conto dell’accaduto, ha pubblicato sui suoi canali social una lettera di sdegno nei confronti di quello che sembra un vero e proprio atto vandalico. Di seguito uno stralcio del testo: «Quale non è stata la mia sorpresa, questa mattina, entrando nella sede comunale, nelle vicinanze della stanza del sindaco, nel trovare la lista dei consiglieri eletti nell’anno duemilaventi con il mio nome coperto da vernice nera. Si tratta di un chiaro atto di vandalismo, che interpreto non solo come un’offesa personale — in quanto consigliere legittimamente eletto — ma, soprattutto, come un gesto offensivo e minaccioso contro l’integrità della nostra istituzione.

Rimango calmo, sereno e tranquillo. Tuttavia, quando manifestazioni di questo tipo diventano pubbliche e avvengono proprio all’interno della Sede Comunale, cessano di essere semplici provocazioni o atti isolati. Diventano un segnale preoccupante di degrado istituzionale e di mancato rispetto del ruolo che ogni consigliere, legittimamente eletto, esercita nel nostro sistema democratico».

Grave infrazione

Ed ancora: «Ritengo questo episodio un duro colpo per il Comune di Papasidero - continua Di Cunto -. È importante ricordare che la carica di consigliere comunale è equiparata a un pubblico ufficiale, ai sensi dell’articolo trecentocinquantasette, del Codice Penale. Perciò, quando un consigliere comunale eletto si sente offeso pubblicamente, non si tratta solo di un’aggressione personale, ma di una questione giuridica seria che merita indagine e adeguata punizione.

Pertanto, non si tratta di un semplice atto di vandalismo, ma di una grave infrazione che danneggia l’integrità del nostro sistema democratico e la dignità delle istituzioni.

Esigo con fermezza il rispetto assoluto per la carica che ricopro, per la volontà dei cittadini che mi hanno eletto e per le istituzioni che rappresentano la base della nostra democrazia. Non permetteremo che atti di disprezzo e intimidazione indeboliscano la fiducia della popolazione nei propri rappresentanti. La giustizia - conclude - sarà cercata e la responsabilità richiesta».