Religione e mafia, il cappellano del carcere di Palmi critica Morra e Salvini

VIDEO | Don Silvio Misiti rimprovera sia il leader della Lega che il senatore calabrese: «Sbagliano entrambi. Ostentare non significa credere, ma neppure lanciare segnali alla 'ndrangheta»

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di Agostino Pantano
22 agosto 2019
13:58
Don Misiti
Don Misiti

Il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra, insiste anche in tv, nel giorno dopo, sulla polemica con Salvini per l’uso del rosario che il ministro ha di recente fatto nel suo tour sulla spiaggia di Isola Capo Rizzuto.
Avrebbe fatto degli errori, ha detto il pentastellato calabrese ospite della trasmissione Rai Agorà, chi ha interpretato il suo passaggio nella discussione al Senato, confermando che a suo parere il leader leghista avrebbe mandato - consapevole o non - un messaggio tranquillizzante alla cosca Grande Aracri.
L’uscita del presidente ha prodotto la presa di posizione ferma del vescovo di Locri Francesco Oliva, che ha trovato scorretto l’accostamento fatto dal politico cosentino, ma la doppia polemica - sul rosario usato da Salvini e sul “rosario di mafia” evocato da Morra - sta agitando la chiesa e la società calabrese, al punto che tanti sono intervenuti anche sui social senza salvare né l’uno né l’altro esponente della disciolta maggioranza.
Tra questi don Silvio Misiti, da 46 anni cappellano del carcere di Palmi.
Quello di don Silvio è un lungo sacerdozio passato a contatto con i presunti destinatari dell’ipotetico messaggio lanciato dal ministro, ai quali dice di aver donato decine e decine di rosari.
Il sacerdote raccomanda a entrambi di occuparsi di cose serie, «perché la fede non si ostenta ma si pratica» e «non risulta che i mafiosi usino le coroncine per mandare messaggi».


Giornalista
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