Processo Valle dell’Esaro

«Prendevamo la droga nel Reggino»: le rivelazioni del pentito Roberto Presta

Udienza ricca di colpi di scena. Il giudice a latere Francesco Luigi Branda "costretto" ad astenersi per aver firmato gli arresti del collaboratore e di Mario Sollazzo nel 2017

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di Antonio Alizzi
13 luglio 2022
20:30
Il tribunale di Cosenza
Il tribunale di Cosenza

Il processo Valle dell’Esaro ha vissuto nella giornata del 13 luglio 2022 un’udienza molto intensa e ricca di questioni difensive che hanno “costretto” il presidente del collegio giudicante Carmen Ciarcia a riunirsi per tre volte in Camera di Consiglio. Se nel primo caso il tribunale collegiale di Cosenza, aveva rigettato tutte le eccezioni avanzate dagli avvocatori difensori, in particolare dal professore Alessandro Diddi, co-difensore di Francesco Ciliberti, e avvocato in passato di Salvatore Buzzi nel processo “Mafia Capitale”, nel secondo invece ha preso atto dell’incompatibilità del giudice a latere Francesco Luigi Branda – istanza presentata dall’avvocato Carlo Esbardo – che in passato aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare contro Mario Sollazzo e Roberto Presta, per fatti strettamente collegati al procedimento penale avviato poi dalla Dda di Catanzaro e condotto dal punto di vista investigativo dalla Squadra Mobile di Cosenza. Così Branda si è astenuto e al suo posto è stato individuato il giudice Iole Vigna che ha composto il collegio insieme al presidente Carmen Ciarcia e all’altro giudice a latere Urania Granata.

I difensori, nella prima richiesta formulata al collegio giudicante, avevano affrontato il mancato ottenimento delle copie delle trascrizioni (circostanza avvenuta per alcuni difensori a causa di un disguido di segreteria) dei verbali illustrativi della collaborazione di Roberto Presta, la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, come indicato per il caso di specie dalla giurisprudenza di legittimità (sentenza Bairami), la non sussistenza della violazione del diritto di difesa e le relative eccezioni di nullità e l’inutilizzabilità delle dichiarazioni del pentito Roberto Presta.
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