La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza (parzialmente) definitiva del processo "Coffee Break", l’inchiesta antimafia che aveva smantellato un vasto giro di affari illeciti tra usura, riciclaggio e false fatturazioni. Gli ermellini hanno innanzitutto dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato Giuseppe Grossi, il quale aveva impugnato una sentenza per intervenuta prescrizione invocando l'assoluzione.

Per gli altri ricorrenti, invece, la Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, dichiarando la prescrizione per i reati contestati dalla pubblica accusa. Tuttavia, per quanto riguarda le confische, la Cassazione ha rimandato gli atti alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

Il processo "Coffee Break": le indagini e le accuse

L'operazione era stata portata alla luce il 9 luglio 2009, con il coinvolgimento di oltre 90 persone, tra cui esponenti di spicco del crimine organizzato. Gli indagati avrebbero operato su un vasto territorio, che si estendeva su mezza Italia, con il centro delle attività in Calabria, occupandosi di una serie di illeciti tra cui usura, riciclaggio di denaro sporco, e false fatturazioni. La pratica criminale, secondo l’accusa, aveva dato vita a un volume d'affari che si aggirava attorno ai 40 milioni di euro.

Perché “Coffee Break”?

Il nome "Coffee Break" fu scelto dagli inquirenti per sottolineare la natura apparentemente innocente degli incontri tra i membri dell’organizzazione, che si davano appuntamento per una "pausa caffè" prima di avviare i loro presunti affari illeciti.

Gli imputati e il collegio difensivo

Tra gli imputati coinvolti nel processo "Coffee Break" arrivato in Cassazione, figurano i nomi di Ruggero Settimino, Agostino Iacovo, Pierluigi Oliviero, Massimo Aceto, Giuseppe Grossi, Mario Manfredi, Pasquale Imbelloni, Tammaro Della Gatta, Gigliola Iacovo, Salvatore Diodato e Vincenzina Gagliardi.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Franco Coppi, Roberto Le Pera, Marcello Manna, Giuseppe Bruno, Valerio Spigarelli, Gemma Guerriera, Giorgio Cozzolino, Gino Perrotta, Sabrina Mannarino e Nicola Rendace.