Prometteva posti in cambio di sesso e denaro, arrestato poliziotto

Secondo le indagini l'uomo, un assistente capo della Stradale, convinceva i suoi interlocutori della necessità di un aiuto anche su ipotetiche infrazioni al codice della strada

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di Redazione
6 ottobre 2018
14:49

Avrebbe richiesto prestazioni sessuali o soldi per fargli evitare delle multe o per fantomatiche assunzioni nella pubblica amministrazione. Con le accuse di abuso d’ufficio continuato ed aggravato, millantato credito continuato e tentata induzione indebita è stato arrestato oggi un assistente capo della polizia stradale, M. L. G., in servizio nel reggino. L'arresto è stato compiuto dai suoi colleghi del commissariato di Polistena, che gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palmi su richiesta della procura della stessa città.

 


La misura trae origine da un'attività d’indagine disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi e svolta dallo stesso Commissariato di P.S. di Polistena, ritenuta assolutamente indispensabile al fine di individuare non soltanto le modalità concrete con le quali l’indagato abbia abusato della propria qualità di pubblico ufficiale, ma altresì le potenziali vittime della propria attività illecita, gli atti del suo ufficio soggetti a mercimonio, nonché le utilità richieste per l’esercizio delle proprie funzioni.


In sostanza, l’indagato si sarebbe impegnato in ogni modo pur di convincere i suoi interlocutori – l’incontro con i quali è avvenuto per lo più in occasione di controlli su strada – della necessità di un proprio “aiuto”, persuadendoli dell’esigenza di dover corrispondere del denaro o altre utilità, anche di natura sessuale, per ottenere dei vantaggi indebiti, tra i quali l’omessa contestazione di infrazioni al Codice della strada, nonché la promessa di ottenere facili assunzioni nel pubblico impiego.

La pluralità degli addebiti contestati allo stesso M. L.G. – già indagato nel recente passato per vicende analoghe dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri – ha fatto pertanto ritenere come la stessa libertà personale dell’indagato possa comportare dei rischi evidenti in termini di reiterazione delle condotte illecite, nonché il pericolo di eliminare eventuali ulteriori fonti di prova a suo carico.

Pertanto l’indagato – a seguito delle incombenze di rito successive all’arresto – è stato associato alla Casa Circondariale “Arghillà” di Reggio Calabria, dove permarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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