Proposta la fusione di cinque Comuni del Tirreno cosentino

Giuseppe Terranova (Pd) rimarca i vantaggi che potrebbero scaturire dall’unione dei municipi di Fagnano Castello, Santa Caterina Albanese, Malvito, Guardia Piemontese e Acquappesa

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di Francesca  Lagatta
19 luglio 2019
15:05
Uno scorcio di Guardia Piemontese
Uno scorcio di Guardia Piemontese

Negli ultimi anni la necessità di tagliare gli sprechi e risparmiare le risorse pubbliche ha generato il fenomeno della fusione tra quei Comuni che per posizione geografica e cultura risultano simili. Nella sola provincia di Cosenza è già accaduto alla città di Corigliano Rossano, nata dalla fusione tra Corigliano Calabro e Rossano, e Casali del Manco, che ha raggruppato Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta. Sulla stessa scia, i Comuni di San Marco Argentano e Cervicati vorrebbero dare presto vita alla città di San Marco Cervicati e si sono già attivate in tal senso.

In queste ore arriva un'ulteriore proposta, quella di fondere tra i Comuni di Fagnano Castello, Santa Caterina Albanese, Malvito, Guardia Piemontese e Acquappesa, che sorgono su una striscia di terra che va dal litorale tirrenico cosentino fino alle colline dell'entroterra silano. Ad avanzare la richiesta è Giuseppe Terranova, il cittadino di Fagnano Castello e dirigente regionale del Pd.


La lettera ai sindaci

«Vi scrivo come cittadino e militante politico che ha a cuore il destino delle nostre comunità e dell’intero territorio - dice Terranova rivolgendosi ai sindaci dei Comuni coinvolti nel progetto -. Da tempo assistiamo a un evidente svuotamento demografico e a una conseguente stagnazione sociale ed economica, generatori di altri fattori negativi che incidono sul vivere civile delle nostre genti. Rispetto a ciò che viviamo e guardiamo con i nostri occhi serve il colpo di reni, lo scatto in avanti per proiettarci nel futuro. Sì, verso il domani, fuori dalle colossali difficoltà di ordine gestionale ed economiche imposte dallo Stato centrale, che legano le mani a chi come voi, ha dimostrato abnegazione e disinteresse di ordine personale, rinunciando ad esempio ad ogni forma di indennità di carica e quant’altro. Credo sia giunto il momento di scrivere pagine nuove nella storia del comprensorio».  

«Enormi vantaggi per il territorio»

«Il risultato che si prevede di ottenere è una realtà territoriale ampia con ben oltre diecimila abitanti - dice ancora Terranova - e con fattori peculiari molto importanti che attengono la dimensione culturale (ad esempio le etnie linguistiche e storiche: albanesi e occitane), la forte valenza ambientale: il Monte Caloria, il contesto montano e paesaggistico, comparti agricoli e produttivi come la castanicoltura e l’olivicoltura, l’etnia e l’appartenenza linguistica, l'artigianato e il settore manifatturiero, il termalismo, il patrimonio storico e monumentale e pregevoli centri storici. E soprattutto un naturale asse mare-monti sul quale fare confluire ogni altra valida e realistica iniziativa progettuale». Quindi conclude: «Tutte caratteristiche utili a farci competere da protagonisti in ambito regionale, nazionale ed europeo. Una nuova dimensione territoriale capace di rapportarsi con i programmi dei fondi comunitari diretti, alla luce anche delle importanti modifiche apportate recentemente ai relativi regolamenti».  

 

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