Controlli a tappeto

Rifiuti speciali abbandonati, un’officina e un lido abusivi: 8 denunce e sequestri nel Reggino

I carabinieri forestali hanno intensificato i controlli sugli illeciti ambientali e urbanistici lungo la fascia costiera della bassa jonica reggina. Sigilli a diverse attività

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di Redazione Cronaca
9 aprile 2024
15:59

Otto persone sono state denunciate nel Reggino per violazioni alla normativa edilizia, paesaggistica e sulla gestione dei rifiuti.

San Lorenzo, abbandono di rifiuti speciali

Nel dettaglio, i carabinieri del Nucleo Carabinieri Forestale di Melito di Porto Salvo, in sinergia con militari del Nucleo Carabinieri Parco e della Stazione di Bagaladi, hanno scoperto e sequestrato, nel Comune di San Lorenzo, un terreno con la presenza di numerosi automezzi abbandonati. Gli accertamenti successivi hanno permesso di risalire ai proprietari degli automezzi e del terreno, cinque persone, alle quali è stato contestato il reato di abbandono di rifiuti speciali.


L’officina abusiva a Melito

Nel Comune di Melito di Porto Salvo, gli stessi carabinieri forestali locali, coadiuvati dalla Polizia locale, in esito ad un controllo documentale, hanno accertato la presenza di un’officina meccanica, gestita da due soggetti del posto, all’interno di un capannone metallico totalmente abusivo, privo di ogni titolo autorizzativo e da tempo destinato alla demolizione. Svariate sono state le irregolarità riscontrate che sono valse al titolare dell’officina numerose contestazioni di reato per la gestione irregolare dei rifiuti, inquinamento delle acque e per disturbo della quiete pubblica.     

Reati ambientali a Condofuri Marina

Infine a Condofuri Marina, i militari hanno sequestrato uno stabilimento balneare costruito su area demaniale marittima che, stante alle analisi documentali, risulterebbe autorizzato solo come struttura a carattere stagionale ma che di fatto il titolare aveva reso permanente, con la realizzazione di opere edili di notevole dimensioni e modificando in modo irreversibile il territorio, ricadente peraltro in zona sottoposta a svariati vincoli di protezione. Inevitabile il deferimento all’Autorità giudiziaria del titolare dello stabilimento e del tecnico incaricato alla gestione dell’iter autorizzativo che dovranno rispondere di una lunga serie di reati ambientali.   

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