La decisione

Reggio Calabria, attesa per la sentenza del processo Miramare: rischio sospensione per Falcomatà

VIDEO | In caso di condanna, il sindaco della città dello Stretto verrebbe sospeso per 18 mesi in attesa dell’Appello. Coinvolti anche anche numerosi altri ex assessori comunali della prima giunta (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
19 novembre 2021
11:14

Qualunque sia la decisione che sarà presa dal collegio del Tribunale di Reggio Calabria, la sentenza sul caso Miramare avrà importanti risvolti di tipo politico sulla città dello Stretto. Questa è l’unica certezza che si ha nel giorno in cui i giudici dovranno pronunciarsi sul processo nel quale è imputato il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà. Oltre a lui, ci sono anche numerosi altri ex assessori comunali della prima giunta.

Questa mattina l’udienza nella quale si terranno le repliche da parte dell’ufficio di Procura. Poi i giudici del collegio si ritireranno in camera di consiglio per esaminare il materiale prodotto in dibattimento e le discussioni di pubblico ministero e difensori. La città osserva con il fiato sospeso quanto sta avvenendo all’interno dell’aula bunker di viale Calabria, anche perché un’eventuale condanna di Falcomatà, comporterebbe la sua sospensione dalla carica di sindaco per effetto della legge Severino per la durata di 18 mesi. Nei confronti del primo cittadino, la Procura ha chiesto un anno e dieci mesi. Un anno e otto mesi, invece, la richiesta per gli altri assessori imputati, fra cui ve ne sono anche alcuni attualmente in carica. Una decisione, quella del tribunale reggino, che potrebbe avere ripercussioni non indifferenti anche in seno alla città metropolitana con qualche sindaco e consigliere a rischio sospensione.


Di certo, c’è un aspetto che rappresenta una garanzia assoluta: la presenza di un presidente del collegio giudicante come Fabio Lauria, magistrato di altissimo livello nonostante la giovane età. Giudice fra i più brillanti del distretto reggino e che ha sempre dimostrato grande equilibrio nelle sue decisioni. Una certezza, insomma, sia per la Procura che per gli imputati.

Per altro verso, si è detto, questa sentenza avrà importanti risvolti politici: se Falcomatà dovesse essere condannato, il timone passerebbe al vice sindaco (Perna, al momento, a meno di scossoni dell’ultima ora) e probabilmente si aprirebbe nel centrosinistra un clima da resa dei conti. Ma se il sindaco dovesse uscire indenne dalle accuse, allora le cose sicuramente cambierebbero, perché ne verrebbe fortemente rafforzato, anche nei rapporti con i suoi alleati. Ma per queste analisi ci sarà tempo. Oggi è il tempo della sentenza. Un giudizio che potrebbe davvero cambiare il corso della storia di questa seconda sindacatura Falcomatà.

Giudici in Camera di consiglio

Aggiornamento ore 12:00 - Sono in camera di consiglio i giudici del collegio del Tribunale di Reggio Calabria che dovranno decidere sul processo “Miramare” che vede imputato il sindaco Giuseppe Falcomatà.

Secondo le ultime indicazioni, la sentenza dovrebbe essere letta intorno alle 15, ma ovviamente si tratta di una mera possibilità, tenuto conto che in camera di consiglio tutto può accadere.
Questa mattina Falcomatà si è presentato in tribunale assieme al suo avvocato, Marco Panella.
Il sindaco è apparso visibilmente teso per la decisione che andrà a maturare da qui alle prossime ore.

Subito dopo la costituzione delle parti, il pm ha brevemente spiegato di non voler fare alcun tipo di particolare replica rispetto alle arringhe difensive delle scorse settimane. Per tale ragione, i giudici sono potuti entrare subito in camera di consiglio.
Ricordiamo che, qualora si dovesse decidere per la condanna, Falcomatà e gli altri imputati verrebbero sospesi a stretto giro dalla Prefettura, in forza di quanto previsto dalla legge Severino e quindi per una durata di 18 mesi.
Falcomatà, tra l’altro, è anche sindaco metropolitano e questo aprirebbe una partita non indifferente pure a Palazzo Alvaro.
Ad ogni modo, occorrerà attendere la decisione dei giudici, tenuto conto che il pm ha chiesto un anno e dieci mesi per Falcomatà e un anno e otto mesi per gli altri imputati, fra cui Armando Neri e Giovanni Muraca. Con rito abbreviato era stata condannata l’ex assessore Angela Marcianò, grande accusatrice di Falcomatà.
Appuntamento intorno alle 15, dunque, per la lettura del dispositivo.

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