Reggio Calabria, devastata la sede della fondazione Falcomatà

VIDEO | Il sindaco si commuove: «Al di là dei danni che può subire una struttura non è bello vedere le foto bruciate e i documenti»

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di Gabriella Lax
24 aprile 2020
20:57

Si commuove, Giuseppe Falcomatà, quando racconta dell’atto intimidatorio subito dalla Fondazione intitolata al padre Italo Falcomatà, ex sindaco della primavera di Reggio Calabria. Ignoti, fa sapere il primo cittadino nella sua diretta Facebook, hanno preso di mira la sede della fondazione.

Non si sa bene la data in cui ciò è avvenuto poiché questi giorni di restrizioni, ovviamente, non consentono una frequentazione assidua dei locali che, però, qualcuno ha pensato bene di devastare completamente, portando via anche due computer e imbrattando mura e rompendo finestre. Un gesto simbolico gravissimo che va a colpire non solo la famiglia Falcomatà, ma tutta la comunità reggina.


 

«Questa mattina – spiega il sindaco – siamo stati avvisati che ignoti si sono introdotti nella sede della Fondazione “Falcomatà”, non sappiamo quando, verosimilmente nei giorni scorsi e hanno distrutto tantissime cose: le foto, i documenti, hanno sottratto due computer, hanno divelto le porte, rotto le finestre, sfregiato quadri, targhe, hanno rubato delle monete, delle targhe, dei premi. Non sappiamo chi è stato e non me la sento di fare ipotesi». Ma non è lo scenario devastante a fare male.

 

«Al di là dei danni che può subire una struttura – chiarisce – non è bello vedere le foto bruciate e i documenti. Non è bello vedere un patrimonio storico messo a soqquadro, violato un posto che ha dato tanto e ovviamente darà ancora tanto alla nostra città». Non parla solo da figlio «Non avete offeso la memoria di papà, non avete soltanto fatto dei danni alla fondazione che porta il suo nome, non avete offeso solo la nostra famiglia. Questo importa poco. Avete offeso una città. Avete offeso la storia della città, i cittadini di Reggio, un pezzo importante di un patrimonio culturale, politico e amministrativo che appartiene a tutti noi»

 

«Non ci avete fatto niente, ripartiremo e ricominceremo. Basta», ha detto il sindaco prima di interrompere la diretta in preda all’emozione nel ricordo del padre. Sul posto sono intervenute le forze di polizia, la digos e la polizia scientifica. La palla passa agli organi inquirenti per scoprire gli autori del gesto scellerato che infanga non solo il lavoro della fondazione e la memoria di un sindaco ma che calpesta tutti i reggini.

 

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