Reggio Calabria, sgombero coatto alla baraccopoli dell'ex polveriera

VIDEO | Le perplessità dell’Osservatorio sul disagio abitativo per le soluzioni trovate alle famiglie allontanate. L'assessore Albanese: «Abbiamo operato secondo la legge»

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di Gabriella Lax
15 luglio 2021
21:47

È arrivata la data fatidica dello sgombero coatto dell’area del demanio militare all’ex polveriera destinataria di investimenti da parte del Ministero della Difesa. Sul posto arriveranno le ruspe per la demolizione dell’esistente e la costruzione di una nuova caserma. Uno sgombero avvenuto non senza polemiche per le famiglie mandate via dalla baraccopoli.

Sul posto presenti i rappresentanti dell’Osservatorio sul disagio abitativo. E Giacomo Marino, presidente di “Un mondo di mondi” chiarisce: «Il Comune e la prefettura hanno deciso di sgomberare con la forza le famiglie a cui è stato negato il diritto alla casa, famiglie che si troveranno per la strada o costrette illegalmente ad abitare coi parenti, secondo i principi che non sono quelli della legge. Avevamo proposto che le famiglie che non hanno avuto la casa possano restare nelle baracche, che si chiudono i cancelli e le famiglie possano uscire e avere accesso per la stessa via concessa ad altre famiglie che hanno, come loro, costruzioni abusive pochi metri, e che hanno avuto la possibilità di restare. Per evitare due pesi e due misure. Perché alcuni vengono lasciati ed altri sgomberati senza garantire il diritto alla casa? Siamo alla presenza di enti pubblici che negano il diritto alla casa».


Tutto in regola invece secondo l’assessore alle politiche abitative Rocco Albanese che afferma: «Stiamo rispettando la legge, abbiamo fatto tutte le notifiche in tempo utile. Abbiamo detto loro che devono lasciare, oggi rispettiamo i tempi e consegniamo l’area militare all’esercito, ed ai ministeri dell’Interno e della Difesa. Daremo loro la possibilità di operare per non perdere i finanziamenti: uno di 50 milioni e uno di cento. Per il demanio civile procederemo in un secondo momento. Le lamentele possono esserci ma noi la legge l’abbiamo rispettata. Due famiglie già hanno avuto il contratto, oggi avranno l’alimentazione dell’acqua e della luce».

Giornalista
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