Il caso

Reggio, nuova tegola per l’ex primario di Dermatologia: dopo il licenziamento arriva una multa di 60mila euro dall’Aifa

Giovanna Malara sanzionata per uno studio sperimentale non conforme. E spunta anche un collegamento tra il medico e l’università fantasma in Bosnia finita al centro di uno scandalo

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di Elisa Barresi
22 marzo 2024
06:30

Quello scoppiato all’interno del reparto di dermatologia del Gom è un caso che riserva ancora sorprese. Dopo il licenziamento dell’ex primario Giovanna Malara a fronte di un provvedimento disciplinare, sono iniziati i guai giudiziari.

Adesso, nonostante la difesa della dottoressa, l’Aifa – che aveva già bocciato uno degli studi sperimentali – eleva una sanzione amministrativa di 60mila euro nei confronti di Malara, responsabile in solido con l’azienda per la violazione delle disposizioni che regolano le sperimentazioni e i trial clinici. Inoltre, come sanzione accessoria, l’agenzia del farmaco ha fatto divieto di svolgere studi per un anno e l’utilizzo dei dati ai fini scientifici: «Sulla base di quanto verificato durante la visita ispettiva, le deviazioni critiche evidenziate fanno considerare la conduzione della sperimentazione clinica non conforme alle Gco. E pertanto i dati da essa prodotti, limitatamente al sito oggetto della presente ispezione, non sono affidabili».


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La valutazione dell’Aifa sullo studio dell’ex primario Malara

Con queste parole l’Aifa (agenzia nazionale del farmaco) aveva bocciato lo studio sperimentale condotto dalla ex primaria del reparto di dermatologia del Grande ospedale metropolitano.

Le norme Gcp sono uno standard internazionale etico e scientifico di qualità per la progettazione, la registrazione e la comunicazione delle sperimentazioni cliniche. Valutazione alla quale Malara si era opposta confermando che non fossero «mai state riscontrate irregolarità».

Ma le controdeduzioni presentate dal collegio difensivo del medico non sono bastate. Infatti, «tutte le deviazioni riscontrate sono state confermate» ribadendo, pertanto, le conclusioni dell’ispezione del team dell’Aifa.

Il ricorso in Cassazione della dottoressa Falcomatà

E le questioni giudiziarie legate al reparto di dermatologia non finiscono. Infatti, pende in Cassazione il ricorso della dottoressa Falcomatà per la nomina a primario dopo che sia il primo grado che l’Appello hanno giudicato come illegittimo l’incarico a suo tempo conferito alla dottoressa Malara. In particolare la Cassazione dovrà stabilire se la Falcomatà ha diritto alla ripetizione della valutazione secondo i canoni corretti di legge fissati nella sentenza o debba soddisfarsi soltanto con il risarcimento del danno stabilito dalla Corte d’Appello.

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Le sanzioni elevate al Gom

Il Gom, sotto la gestione Benedetto, ha selezionato la dottoressa Malara per un incarico di primario da cui sono scaturiti il risarcimento del danno di 100mila euro più le spese legali a favore della Falcomatà, il risarcimento delle somme illegittimamente richieste ai pazienti per le prestazioni di videodermatoscopia per le quali furono richieste a circa 2.400 pazienti presunti ticket illegittimi per circa 200mila euro e la sanzione per uno dei 9 studi disposta dall’Aifa per 60mila.

Lo scandalo dell’università fantasma in Bosnia

E mentre si attendono sviluppi, è scoppiato un caso che, anche se apparentemente lontano dalle nostre latitudini, tocca moltissimi studenti che potrebbero vedere svanire il titolo acquisito. Ormai da qualche giorno, infatti, è salita ai disonori delle cronache la notizia di una Università “fantasma” internazionale attiva in Bosnia. A Sarajevo, sono scese in campo le forze speciali di polizia per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata per arrestare il professore Salvatore Messina. La procura della Bosnia-Erzegovina accusa l’affarista palermitano di avere trasformato l’università di Gorazde in una macchina per sfornare falsi diplomi di laurea in Medicina. In manette sono finite intanto altre sei persone collegate all’ateneo.

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Secondo quanto raccolto da Dagospia un migliaio di studenti ha scoperto che le loro lauree in Medicina, Fisioterapia, Infermieristica non hanno alcun valore legale. Sono tutti finiti nella rete di questo pseudo ateneo italo-bosniaco che non sarebbe mai stato autorizzato dal ministero dell’Università e della ricerca. Ma cosa c’entra la Malara con questo scandalo? Nell’elenco dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche presentati dalla Malara per l’abilitazione nazionale di II fascia è stato valutato positivamente l’incarico di «docente in qualità di Visiting Professor presso la Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell'Università di Gorazde (Bosnia-Erzegovina)».

Giornalista
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