Regione, chiuse le indagini sull'ex dirigente anti-corruzione
Secondo l'accusa la donna avrebbe comunicato a un’imprenditrice turistica informazioni non ancora divulgate in cambio di soggiorni e casse di vino
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La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso l'avviso di conclusione indagini nei confronti dell'ex responsabile dell'anti-corruzione della Regione Calabria Maria Gabriella Rizzo, di 58 anni, ora in servizio al Dipartimento Turismo, beni culturali e spettacolo, e dell'imprenditrice turistica di Ricadi Laura Miceli (69), indagate entrambe per corruzione e falsità ideologica. L'avviso è stato notificato anche ad altre due persone, il componente della commissione incaricata alla vigilanza in relazione al "Finanziamento di Piani di investimenti produttivi" Antonio Tolomeo (40) e Deborah Valente (50). Nell'inchiesta è finita anche la società Baia d'Ercole con sede a Ricadi, di proprietà di Laura Miceli.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, sotto il coordinamento della Procura, portarono nel 2018 all'emissione di ordinanze di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di Rizzo e Miceli. Secondo l'accusa, la dirigente regionale avrebbe comunicato all'imprenditrice informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati, fornendo, tra l'altro anche consulenze. La Rizzo, anche in incontri informali appositamente organizzati, avrebbe quindi prospettato alla Miceli l'evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero. In cambio avrebbe beneficiato di soggiorni vacanze e casse di vino.
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