Il caso

Rete idrica, manca un allegato nella richiesta di finanziamento: la Calabria perde 105 milioni

L'Aic annuncia ricorso: documento complementare, dunque non essenziale ai fini della procedura. Giuseppe D'Ippolito (M5S) chiede le dimissioni del presidente della presidente dell'Autorità

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di Redazione
10 marzo 2022
13:55

Quasi 105 milioni di euro. Tanto è costata alla Calabria la mancata trasmissione da parte dell'Autorità idrica regionale al ministero delle Infrastrutture di un documento da allegare alla richiesta di finanziamento relativa all'ammodernamento degli schemi idrici dei Comuni. L'avviso pubblico di manifestazione di interesse si riferisce, in particolare, all'installazione di apparecchiatore in grado di individuare eventuali perdite lungo la rete.

La mancata trasmissione di un allegato sui quattro richiesti dall'avviso entro il termine indicato è però, a parere del ministero, motivo di nullità. Una tesi non condivisa dall'Autorità Idrica della Calabria (Aic), che annuncia contromisure. Dagli uffici dell'autorità si precisa che l'allegato è complementare, dunque non essenziale ai fini della procedura. Lo proverebbe il fatto che un analogo bando dello stesso ministero relativo ai fondi del Pnrr non lo prevede.


L'Aic, si fa rilevare, il 27 gennaio scorso, sebbene con ritardo, ha trasmesso la documentazione mancante, non inviata per una svista. L'autorità ha comunque dato mandato a un legale di chiedere al ministero la revisione della graduatoria. Nel caso la risposta del ministero fosse negativa, il passo successivo potrebbe essere un ricorso al Tar.

Il 23 novembre del 2021, l'assemblea dei sindaci della Calabria aveva deciso di costituire l'ente gestore, indispensabile al fine di ottenere i finanziamenti. Si tratta della Acque Pubbliche della Calabria, un'azienda speciale consortile nata dalla trasformazione della vecchia Cosenza Acque. Il 23 dicembre, prima della scadenza del bando, era stata trasmessa la documentazione richiesta, con tre allegati su quattro.

Quando negli uffici dell'Aic si sono resi conto della svista, si è proceduto all'integrazione della documentazione con la trasmissione dell'allegato mancante. Cosa non ritenuta sufficiente dal ministero che ha rigettato la richiesta dell'autorità calabrese.

«Il presidente dell’Aic deve dimettersi entro oggi, dopo l’imperdonabile errore della stessa Autorità, che per la mancanza di una semplice firma digitale si è fatta respingere dal ministero delle Infrastrutture un progetto da quasi 105 milioni di euro, nell’ambito del Pon, volto a ridurre le perdite d’acqua nella rete idrica regionale». Lo afferma, in una nota, il deputato del M5S Giuseppe d’Ippolito, che alla Camera siede in commissione Ambiente.

«L’episodio – incalza il parlamentare – è di una gravità inaudita. Significa che l’Autorità idrica calabrese ha trasmesso il progetto in questione in fretta e in furia, senza averne contezza e mandando in aria la possibilità, per i calabresi, di avere un servizio idrico di qualità. Da anni i cittadini pagano a peso d’oro un servizio indecente e sopportano pesantissime carenze d’acqua, ingiustificabili e indicative di un sistema pubblico impreparato e inadeguato, direi bollito».

«Quando sul finire del 2021 uscì il bando ministeriale, segnalai – ricorda l’esponente del Movimento 5 Stelle – il rischio, per l’Autorità idrica calabrese, di perdere i cospicui finanziamenti disponibili, visti i ritardi organizzativi e gli ostacoli tecnici persistenti rispetto all’accesso alla montagna di soldi stanziati al fine di ammodernare il servizio idrico. Purtroppo, quella mia facile profezia, allora inascoltata, è divenuta amara realtà. Adesso vedremo se qualcuno pagherà per questo torto ai due milioni di residenti in Calabria. Al ministero – conclude D’Ippolito – chiederò subito, ma senza illusioni, se sia in qualche modo possibile che la Calabria rientri in ballo per ottenere quei circa 105 milioni, indispensabili come il pane».

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