Ricetta elettronica, il Pugliese accusa i medici di famiglia: «È obbligatoria ma non viene utilizzata»

Il sindacato Fimmg rispedisce al mittente la reprimenda: «Affermazioni prive di fondamento» e incalza l'Asp: «Forniscano i dati per smentire»

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di Luana  Costa
19 giugno 2021
07:45

Si infiammano gli animi tra accuse reciproche nel mondo della sanità catanzarese. Ad accendere la miccia una missiva inviata dal commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Francesco Procopio, ai vertici dell'Azienda sanitaria provinciale che nei fatti mette sotto accusa i medici di medicina generale.

Al centro dello scambio di accuse l'uso, o piuttosto il presunto mancato uso della ricetta dematerializzata. Questo il tenore dell'addebito: «Da un'analisi effettuata per il tramite del sistema informativo aziendale è emerso che una significativa percentuale dei medici afferenti all'Asp di Catanzaro continua a fare uso, per le prescrizioni, delle ricette in formato cartaceo, nonostante che sin dal 2018 ne sia divenuta obbligatoria la dematerializzazione». 


Giro di vite

Da qui la richiesta all'azienda sanitaria di avviare un giro di vite sui medici di famiglia: «Si invita a porre in essere un incisivo intervento su tutti i medici interessati per il totale abbandono della ricetta cartacea e l'utilizzo esclusivo di quella dematerializzata. Come noto tale innovazione presenta, tra le varie finalità, anche quello di consentire in tempo reale una efficace attività di controllo su prescrizioni, erogazioni e rendicontazioni. È ovvio che il mancato utilizzo dello strumento digitale è di ostacolo a tali necessarie forme di controllo».

Botta e risposta

La lettera di rimprovero viene, tuttavia, vidimata dal direttore sanitario dell'Asp, Ilario Lazzaro, e spedita in visione ai medici di famiglia con la ulteriore sollecitazione del direttore del distretto sociosanitario dell'Asp, Maurizio Rocca, al «rispetto di quanto espressamente richiesto». Ma i medici non hanno mandato giù il rospo e attraverso il segretario provinciale della Fimmg, Gennaro De Nardo hanno replicato colpo su colpo: «Affermazioni prive di fondamento, non aderenti alla realtà e smentite clamorosamente dai fatti».

Basiti e increduli

«Rimaniamo basiti, quasi increduli, di fronte all’invito ad abbandonare la ricetta cartacea e ad utilizzare quella dematerializzata». È la dura presa di posizione del sindacalista: «La ricetta dematerializzata è da tempo la nostra strada maestra. Ricordiamo ai distratti amministratori che i medici di medicina generale della provincia di Catanzaro sono stati in prima linea, anche prima del 2018, nel sollecitare l’uso della ricetta dematerializzata e nel veicolarne la diffusione su tutto il territorio regionale. A tal riguardo i medici della provincia di Catanzaro sono stati protagonisti e capofila in Calabria di un percorso diretto a garantire trasparenza, efficienza ed abbattimento dei costi tramite la dematerializzazione.

Flussi Lea

Con la ricetta dematerializzata, inoltre, è possibile controllare i flussi prescrittivi, molto importanti a monitorare gli adempimenti regionali per dimostrare il raggiungimento dei tanto auspicati lea. Sarebbe bastato, invece di trasmettere comunicazioni prive di senso logico e dettate esclusivamente da logiche burocratiche o per nascondere proprie negligenze, raccogliere dati inconfutabili e numeri inoppugnabili che – precisa il sindacato – attestano palesemente l’impiego della ricetta dematerializzata da parte dei medici di medicina generale della provincia di Catanzaro, smentendo clamorosamente quanto asserito.

Uso ricettari ridotto

«Rimaniamo anche perplessi – aggiunge il sindacato - di fronte all’atteggiamento dei vertici dell’azienda sanitaria provinciale che invece di limitarsi a girare la nota dell'azienda ospedaliera ai medici di medicina generale, condividendo implicitamente quanto segnalato, avrebbero potuto fornire tutti i dati atti a smentire quanto dichiarato nella missiva. Basti pensare che il fabbisogno di ricettari di cui mensilmente si dota l’azienda si è ridotto quasi del 70%. A questo punto – conclude il segretario generale della Fimmg Catanzaro - rivolgiamo noi un invito ai vertici dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e dell’Asp di Catanzaro ad assumere posizioni congrue e pertinenti alla realtà, tali da chiarire, in maniera definitiva, la reale dimensione del problema che, se esiste, sicuramente non è attribuibile ai medici di medicina generale.:

Ospedale-territorio

Non abbiamo nulla da imparare, anzi è opportuno evidenziare che l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio solo da poco si è dotata e ha applicato il catalogo regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale creando non pochi disagi ai cittadini utenti. In ogni caso – conclude il segretario provinciale Fimmg - da parte nostra restiamo disponibili ad ogni proficua e leale collaborazione rivolta a realizzare, obiettivo più volte rincorso, una vera integrazione ospedale-territorio. Sicuramente quanto accaduto rappresenta un ostacolo all’attuazione di questo percorso da noi più volte sollecitato e auspicato».

Giornalista
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