Rifiuti speciali sul lungomare di Paola, scatta la prescrizione: tutti prosciolti

Tra gli indagati c'erano anche il tre volte sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e un ex assessore della sua giunta, Francesco Sorace

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di Francesca  Lagatta
27 ottobre 2018
14:30

Tutti prosciolti per prescrizione dei reati. Si conclude così il processo sui rifiuti speciali depositati in un'area adiacente il lungomare di Paola, nel quale erano state indagate 15 persone, tra cui il tre volte sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e un ex assessore della sua giunta, Francesco Sorace. Gli altri indagati erano imprenditori e dipendenti delle ditte coinvolte nell'inchiesta avviata marzo 2010.

I fatti

La diatriba giudiziaria era cominciata nel 2013, dopo che le indagini erano partite nel 2010, quando avverse fazioni politiche avevano denunciato una sorta di discarica a cielo aperto sul lungomare di Paola, contestando le responsabilità dell'accaduto anche al sindaco Roberto Perrotta, oggi per la terza volta sindaco di Paola, all'epoca dei fatti al suo secondo mandato da primo cittadino.


Si trattava di rifiuti speciali, materiali di scarto dei lavori effettuati allo svincolo di Paola sulla strada statale 18, in corrispondenza del bivio per il santuario di San Francesco, nonché di materiali provenienti dalla demolizione del vecchio mattatoio e dai lavori di potenziamento del depuratore cittadino e relativa rete fognaria.

Le accuse

Le accuse, a vario titolo, vertevano su reati ambientali e falso ideologico. Le indagini vennero avviate dagli uomini della Capitaneria di Porto di Cetraro, mentre l'inchiesta portava la firma dell'allora procuratore capo della procura di Paola, Bruno Giordano.

Secondo il quadro accusatorio, le quindici persone indagate, in concorso tra loro, avevano messo in campo un sistema di smaltimento dei rifiuti di matrice illecita, falsificando anche atti e documenti. 

Secondo le regole, i residui dei materiali utilizzati nei lavori dovevano essere smaltiti in una apposita discarica a Bisignano e invece diversi metri cubi, oltre 300, erano stati adagiati sull'area pubblica senza alcuna autorizzazione.

Gli ex indagati

Agli inizi del settembre del 2013, gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari vennero consegnati a 15 persone in tutto. Oltre al sindaco di Paola, Roberto Perrotta, c'era anche un ex assessore della sua giunta, Francesco Sorace.

Gli altri, al momento dei fatti, erano tutti imprenditori o dipendenti delle ditte coinvolte: Francesco Galimi, direttore tecnico della “Incabit” di Bisignano; Rocco Aramini, direttore tecnico della “Costruzioni idrauliche srl” di Bisignano; Nicola Molinaro, autista della “Costruzioni idaruliche srl”; Angelo Ferraro, direttore tecnico della società “Restuccia costruzioni srl”; Antonio Giuseppe Scidà, procuratore speciale della stessa società; Francesco Gaudio, direttore dei lavori di collegamento fognario dal lungomare di Paola all’impianto di depurazione; Ippolito Franco Chiappetta, amministratore unico della società “Incabit”; Irma Chiapetta, legale rappresentante della “Incabit”; Orazio Barbieri, responsabile dell’accettazione rifiuti della discarica di Bisignano per conto della “Costruzioni idrauliche srl”; Giuseppe De Luca e Giuseppe Chiappetta, entrambi autisti della “Costruzioni idrauliche srl”; Nicolino Piluso, autista e trasportatore di rifiuti derivanti dalla demolizioni dell'ex mattatoio; Michele Luigi Iannelli, autista e trasportatore dei rifiuti.

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