Rimane senza casa, l’odissea infinita di un fuorisede per rientrare in Calabria

La disavventura di Francesco, ex tirocinante in psicologia, per poter rientrare da Verona a Vibo Valentia e affrontare la quarantena

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di Redazione
23 aprile 2020
12:38
Francesco Russo
Francesco Russo

Il dramma di chi non può restare al Nord ma non riesce a fare rientro in Calabria. È la situazione disperata vissuta da centinaia di cittadini, tra cui studenti e lavoratori di ogni fascia d’età esiliati nelle regioni settentrionali. A raccontarci la sua storia, scrivendo alla nostra redazione, anche Francesco Russo, ex tirocinante in psicologia.

 


Il giovane vibonese, a Verona per uno stage in una clinica privata, vista l’emergenza sanitaria e l’impossibilità di restare a lungo nella città di Romeo e Giulietta, doveva far ritorno in Calabria prendendo l'unico treno della giornata in partenza da Milano Centrale: «Nonostante abbia presentato alle forze dell'ordine i biglietti emessi per scendere, con i relativi documenti che confermano impossibilità di rimanere sul luogo in cui abitavo poco prima – spiega il ragazzo -  si sono assunti la responsabilità di non farmi partire, consigliandomi il rientro presso il domicilio di Verona».

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E non solo: «Rientrato – fa presente - vengo ulteriormente fermato dalla polizia e dai militari che mi chiedevano il  motivo del ritorno a Verona nonostante l'ok a partire ricevuto». Ma la disavventura non finisce qui: «Cercando di raggiungere il mio domicilio, sono stato in un primo momento accettato dai miei padroni di casa. Successivamente, però, dopo un confronto con la mia coinquilina, hanno scelto di lasciarmi fuori nonostante avessi pagato il mese di aprile per intero, facendo leva sui timori di un eventuale contagio». Inutili i tentativi da parte dei proprietari dell’immobile a trovare una soluzione alternativa contattando dei b&b «poiché le strutture non sono aperte al pubblico visto l'andamento dell'epidemia».

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Francesco, rimasto letteralmente in mezzo alla strada, si rivolge alla polizia ferroviaria. L’unica via d’uscita da quel limbo, è stata la scelta di affittare una macchina «andando ad aggravare ancora di più sul bilancio della mia economia».

 

Ormai tardi «grazie a un conoscente ho trovato una sistemazione di fortuna. Se non avessi passato lì la notte, - racconta - l'avrei passata sicuramente sotto un ponte o chissà dove». Ieri, 22 aprile, con il mezzo affittato il giorno precedente, sono partito alla volta di Vibo dove ora mi trovo in quarantena».

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