Rinascita, il pentito Iannello chiama in causa Luigi Mancuso e Pittelli ma le date non tornano

Durante il controesame dell’avvocato Guido Contestabile, il collaboratore ha ribadito che il boss di Limbadi suggerì a Maiolo la nomina del legale, che però era già avvenuta prima dell’ingresso in carcere del capoclan

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di G. B.
17 marzo 2021
21:14
Nel riquadro, Luigi Mancuso e Giancarlo Pittelli
Nel riquadro, Luigi Mancuso e Giancarlo Pittelli

«Luigi e Giuseppe Mancuso erano molto amici dell’avvocato Pittelli così come Rosario Fiarè. È stato Luigi Mancuso a dire a Rocco Maiolo di Fabrizia, che si trovava in carcere accusato di omicidio, di nominare l’avvocato Giancarlo Pittelli perché così ci sarebbero state buone possibilità di farlo assolvere. Luigi Mancuso diceva in particolare di avere qualche amico che poteva intervenire in Cassazione con qualche giudice. Non so come, non conosco i particolari, ma la nomina di Pittelli doveva servire a tale scopo per il processo a Maiolo che è stato poi assolto».

È quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia Michele Iannello di San Giovanni di Mileto – condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio del piccolo Nicolas Green (fatto di sangue avvenuto sull’autostrada nel settembre 1994 mentre viaggiava in auto con i genitori) – nell’udienza del 2 marzo scorso rispondendo alle domande della pubblica accusa nel corso del maxiprocesso Rinascita-Scott.

Nel corso del controesame effettuato nell’udienza odierna dall’avvocato Guido Contestabile (difensore insieme all’avvocato Salvatore Staiano di Giancarlo Pittelli) sono però emerse delle circostanze significative che minano alla radice il racconto di Iannello. «Da quando a quando è stato detenuto» ha infatti chiesto l’avvocato al collaboratore e la risposta di Iannello è stata la seguente: «Tra il gennaio del 1988 ed il 1990 ero detenuto nel carcere di Vibo, ma non ininterrottamente in quanto sono stato detenuto pure a Reggio Calabria. Luigi Mancuso e Salvatore Maiolo erano insieme nella stessa cella, la numero 14 a Vibo, mentre io ero nella numero 15. È stato Luigi Mancuso a consigliare a Salvatore Maiolo di nominare l’avvocato Pittelli perché l’avvocato l’avrebbe fatto uscire attraverso magistrati di cui mai mi sono stati fatti i nomi. Insieme a Salvatore Maiolo ho commesso l’omicidio di Vincenzo Chindamo ed il tentato omicidio di Antonio Chindamo l’11 gennaio 1991 a Laureana di Borrello. Maiolo aveva fatto anche un tentato omicidio a Mileto e l’omicidio a Fabrizia del boss Rocco Maiolo nel 1990, delitto per il quale ho accusato anche Giovanni Loielo. Ricordo che Luigi Mancuso – ha aggiunto Iannello – ha suggerito a Maiolo un altro avvocato per la Cassazione mentre in precedenza era stato sempre Luigi Mancuso e Rosario Fiarè a suggerire a Maiolo di nominare Pittelli. Salvatore Maiolo è stato poi ucciso in un agguato sotto casa. Lui era di Fabrizia».


Sin qui la risposta di Iannello. Vi sono però tre particolari che non tornano: Salvatore Maiolo ha effettuato la nomina del proprio legale il 13 giugno 1989, mentre Luigi Mancuso entra in carcere quattro giorni dopo – il 17 giugno 1989 – e vi rimane sino al 28 novembre 1989. Come poteva, dunque, Luigi Mancuso suggerire a Maiolo la nomina di Pittelli se la stessa era già stata fatta tre giorni prima del suo ingresso in carcere?  Non solo: in precedenza Luigi Mancuso è stato detenuto dal 15 novembre 1983 al 18 gennaio 1988, mentre Salvatore Maiolo è stato estradato dalla Germania il 18 maggio 1988 dopo essere stato tratto in arresto dalla polizia di frontiera di Como. Più di qualcosa nel racconto di Iannello, evidentemente, non torna.

Giornalista
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