Rinascita Scott: Mantella e le accuse a forze dell’ordine, massoni e colletti bianchi

Il pentito tira in ballo due ex comandanti della municipale di Vibo, l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, due carabinieri, un poliziotto ed un ex assessore regionale

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di Giuseppe Baglivo
31 maggio 2021
21:17
Andrea Mantella
Andrea Mantella

Fra i carabinieri riconosciuti in foto e chiamati in causa da Mantella c’è Antonio Ventura, imputato in Rinascita Scott per concorso esterno in associazione mafiosa ed anche per tre ipotesi di rivelazione di segreti d’ufficio. “Antonio Ventura – ha affermato in aula Mantella – mi ha passato più volte notizie riservate ed in particolare mi ha detto che su di me stava indagando la polizia. Lui, Antonio Ventura, era nel Nucleo Investigativo dei carabinieri di Vibo”. 


Andrea Mantella non ha invece indicato le generalità di un poliziotto che ha riconosciuto in foto, ma sullo stesso ha affermato che faceva parte “della Squadra Mobile e tramite Antonio Gotto, un avvocaticchio, ci passava informazioni sugli appostamenti che facevano ed in particolare sugli appostamenti che riguardavano me”. Tale poliziotto non risulta indagato in Rinascita Scott, al pari di Antonio Gotto.

Le accuse alle forze dell'ordine

Per quanto attiene invece un vigile urbano in servizio all’epoca a Vibo, Mantella l’ha ricollegato all’episodio in cui lui e Francesco Scrugli, dopo aver organizzato l’omicidio a Portosalvo di Mario Franzoni (freddato in auto il 21 agosto 2002), sarebbero stati ricompensati da Franco Barba (indicato come mandante del delitto) con la costruzione ed il regalo di due villette a Vibo. “Nella foto riconosco Nicola La Bella di Piscopio, facente parte dei vigili di Vibo. Era uno dei nostri – ha affermato Mantella – intimo amico di Franco Barba e ci avvertì di fare presto a finire le villette perché presto i vigili avrebbero dovuto fare un sopralluogo”. Nicola La Bella non risulta indagato in Rinascita Scott.

Mantella ha poi riconosciuto in foto il luogotenente Sebastiano Cannizzaro, ex comandante della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, indicandolo come “amico dei Patania di Stefanaconi, ma nemico dei Bonavota di Sant’Onofrio”. I Bonavota, ad avviso di Mantella, sarebbero però entrati in possesso di una registrazione compromettente su Cannizzaro e con tale registrazione l’avrebbero ricattato al fine di fargli allentare la presa su di loro. Cannizzaro si trova attualmente sotto processo per l’operazione “Gringia”.

Gli ex comandanti dei vigili di Vibo

Fra le foto mostrate a Mantella e dal collaboratore riconosciute, anche quella dell’ex comandante della polizia municipale di Vibo, Filippo Nesci, imputato in Rinascita Scott. “Cosa sa sul suo conto?” ha chiesto il pm. Questa la risposta: “Era considerato un amico degli amici nell’ambiente della ‘ndrangheta. Nesci era in rapporti con i Lo Bianco ed i Barba, ma anche con i Mancuso ed i Vallelunga di Serra San Bruno.

Aveva inoltre rapporti con Gianfranco Ferrante. Ha preso il posto dell’ex comandante Corigliano ed era anche peggio di Corigliano. Corigliano, l’ex comandante, ha dato la possibilità al mio capo Carmelo Lo Bianco, detto Piccinni, di affittare agli ambulanti l’area del mercato dove mettere le bancarelle. Con Carmelo Lo Bianco – ha affermato Mantella – Corigliano era di casa e bottega, è stato da sempre funzionale ai Lo Bianco. Stessa cosa era Nesci, un mazzettaro. Le notizie su Nesci me le portò nel 2011 Francesco Scrugli che all’epoca sapeva tutte le questioni di Vibo Valentia. Non so riferire però un episodio specifico su Nesci, ma nell’ambiente della ‘ndrangheta si diceva così”. L’ex comandante della polizia municipale Domenico Corigliano non risulta indagato in Rinascita Scott.

Ugo Bellantoni e Francescantonio Stillitani

In fotografia Mantella ha poi riconosciuto l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vibo Valentia, Ugo Bellantoni, attuale gran maestro onorario della massoneria del Goi (Grande Oriente d’Italia). La posizione di Ugo Bellantoni, indagato in Rinascita Scott per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata stralciata dalla Dda di Catanzaro all’atto dell’avviso di conclusione indagini. “Ugo Bellantoni è un massone di Vibo – ha affermato Mantella – con entrature nella criminalità organizzata. Comandava più lui che il sindaco ed era in intimi rapporti con tutte le ‘ndrine del Vibonese e con il mio capo. Quando venne rapinato a Vibo di un orologio al circolo dei nobili, Bellantoni si rivolse al mio capo Carmelo Lo Bianco per recuperarlo e sono stato io ad individuare il rapinatore ed a recuperargli l’orologio nel 1991, poco prima del mio conflitto a fuoco con Roberto Piccolo. Ugo Bellantoni – ha continuato il collaboratore – era nella congrega di cui facevano parte Santo Lico, Enzo Barba, il senatore Murmura e Bellantoni era amico pure dei Piscopisani, cioè di Ciccio D’Angelo e dei Giamborino.

Era un massone deviato di Vibo, un mammasantissima e questo me lo diceva il mio capo Carmelo Lo Bianco. Intorno al 2002 ho accompagnato io Carmelo Lo Bianco al 501 hotel e lì lo vedevo parlare con Bellantoni. Con loro c’era pure don Peppino Mancini, Enzo Barba il Musichiere e tutti restavano a cena al 501 hotel”. Domanda del pm De Bernardo: “Ma lei ha visto personalmente Bellantoni parlare con Carmelo Lo Bianco”?Risposta di Mantella: “Sì, ho visto direttamente io Bellantoni con Carmelo Lo Bianco negli anni 2002 e 2003. Ho accompagnato diverse volte io Carmelo Lo Bianco al 501 hotel per incontrare Bellantoni. Sino al 2010 – ha concluso Mantella – Bellantoni e Carmelo Lo Bianco avevano rapporti fra loro e ricordo anche che Bellantoni aveva amicizia pure con Franco Barba”.

Sull’imprenditore Francescantonio Stillitani, ex consigliere regionale e fra gli indagati (si trova ai domiciliari) dell’operazione antimafia “Imponimento”, Andrea Mantella ha invece affermato che si tratta di un soggetto “legato a doppio filo agli Anello-Fruci” di Filadelfia e Acconia di Curinga, e stava “realizzando un centro commerciale al bivio dell’Angitola sotto il ponte della ferrovia. Gli sbancamenti glieli aveva fatti l’imprenditore Mallamaci, collegato al clan Anello”.

Giornalista
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