Il processo

«Rivelò di sentire un pentito e chiese indagini contro Gratteri e Luberto», ecco le richieste contro Facciolla

VIDEO | La procura generale della Cassazione chiede la perdita d’anzianità di sei mesi e il trasferimento ad altra sede per il magistrato di Cosenza. Sentenza a fine novembre

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di Antonio Alizzi
27 ottobre 2022
20:30

Perdita d’anzianità di sei mesi e trasferimento ad altra sede. Sono queste le richieste della procura generale della Cassazione, rappresentata dal sostituto procuratore generale Giovanni Di Leo, nel processo disciplinare contro il magistrato di Cosenza Eugenio Facciolla (attuale giudice civile a Potenza), incolpato per tre contestazioni dinanzi alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura. La sentenza, tuttavia, verrà emessa il 22 novembre 2022, giorno in cui ci saranno le repliche della procura generale della Cassazione e le eventuali controrepliche della difesa.

Nel corso dell'udienza svoltasi nel pomeriggio del 27 ottobre 2022, nella sede di Palazzo dei Marescialli, la procura generale della Cassazione ha chiesto la sanzione per il capo d'incolpazione relativo alla presunta rivelazione dell'audizione di un pentito di Cosenza, l'ex capo società degli "zingari" Franco Bruzzese, all'imprenditore romano Nicola Inforzato. E non solo. Il pg Giovani Di Leo ritiene provato anche l'illecito disciplinare che riguarda le presunte indagini abusive contro Nicola Gratteri, attuale capo della procura di Catanzaro, e Vincenzo Luberto, all'epoca procuratore aggiunto di Catanzaro, che Facciolla avrebbe chiesto di svolgere ai pm di Castrovillari, Luca Primicerio e Angela Continisio, commettendo nei loro riguardi - a dire di Di Leo - anche una grave scorrettezza professionale. Rischiavano infatti di compiere a loro volta attività investigative non consentite dalla legge.


Le scure della procura generale sulle presunte indagini abusive contro Gratteri e Luberto  

«Facciolla - ha detto il pg Giovanni Di Leo - non poteva chiedere ad un sostituto del suo ex ufficio di andare a fare accertamenti in questo senso perché l' ufficio non è una cosa propria e soprattutto perché questi accertamenti come minimo coinvolgono le persone di Gratteri e di Luberto sui quali non può indagare e non poteva indagare in quel momento perché non era più procuratore di Castrovillari e non lo poteva fare neanche prima perché erano nello stesso distretto, perché non si possono confondere le beghe personali con i doveri d'ufficio e soprattutto non si può coinvolgere una giovane sostituta alle prime armi, in attività che lui sa perfettamente essere illecite. Ecco perché c'è la contestazione della grave scorrettezza anche nei confronti del dottor Primicerio, perché lo ha esposto in modo del tutto ingiustificato, in un periodo in cui aveva quantomeno ragione di sospettare di essere pure intercettato, e questo è un comportamento che non è tollerabile, di particolare gravità» ha concluso il rappresentante della procura generale della Cassazione.

Chiesto il proscioglimento o la scarsa rilevanza del fatto invece per la presunta campagna mediatica contro il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che sarebbe dovuta passare dagli articoli di stampa del giornalista del Quotidiano del Sud, Paolo Orofino, il Pg Di Leo ha ritirato la contestazione riferita al fatto che il nomignolo "Cicciobello" fosse riferito a Gratteri, visto che il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, in udienza aveva chiarito che il soggetto in questione era da intendersi Ferdinando Aiello ex deputato del Pd, come menzionato dallo stesso Orofino. 

Lunga la discussione dell'avvocato Ivano Iai che ha affrontato più temi, quali le intercettazioni telefoniche detenute a cavallo tra le procure di Catanzaro e Salerno e altre questioni in diritto, sviluppate durante l'intervento. Infine, le dichiarazioni spontanee del magistrato Eugenio Facciolla, il quale ha evidenziato diversi passaggi inerenti gli ultimi avvenimenti che hanno riguardato la sua vita professionale e privata.

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