Saggio compagno, 140 anni di carcere alle cosche di Cinquefrondi

Alla sbarra 17 imputati, due dei quali sono stati assolti. Accolte quasi in pieno le richieste di pena della Procura antimafia di Reggio Calabria

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di Redazione
17 novembre 2018
17:03

Il Tribunale di Palmi ha condannato a 140 anni di carcere 15 imputati accusati di essere affiliati alle cosche di Cinquefrondi. Il processo è nato dall'inchiesta denominata "Saggio compagno" ed è stata coordinata dalla procura antimafia di Reggio Calabria. Alla sbarra 17 imputati, due dei quali sono stati assolti dal collegio presieduto dal giudice Gianfranco Grillone.   Il Tribunale presieduto ha accolto quasi in pieno l’impianto accusatorio del pm Adriana Sciglio, che aveva invocato per gli imputati 227 anni di carcere.

La sentenza dell'inchiesta Saggio compagno

Questa la sentenza: Giuseppe Bruzzese è stato condannato a 9 anni di carcere, Maria Polsina Bruzzese 2 e 11 mesi (scarcerata), avvocato Girolamo Albanese; Raffaele Bruzzese 9, Serafino Bruzzese 9 anni, Ettore Crea 4 anni e sei mesi, Raffaele Giovinazzo 9, Francesco Longordo 5 anni e sei mesi, Antonio Napoli 10 anni, Domenico Papalia 3 anni, Renato Petullà 15 anni, Antonio Raco 10 anni e sei mesi, Leonardo Tigani 13 anni, Costantino Tripodi 18, Antonio Valerioti 9, Antonio Zangari 12. Assolti Vincenzo Zangari, difeso dagli avvocati Antonino Napoli e Antonio Cimino, e Michelangelo Cartolano, avvocato Giuseppe Milicia e Antonello Manfrida.


La mala cinquefrondese

L’operazione “Saggio Compagno” è stata chiamata così perché trae origine dall’appellativo con cui il principale imputato, Giuseppe Ladini, si rivolgeva al suo più fidato sodale, Leonardo Tigani. L’indagine è stata avviata nel novembre 2013 dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, sulla base di alcuni sviluppi dell’operazione “Vittorio Veneto”, che aveva permesso di trarre in arresto a Cinquefrondi 8 persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e violazioni in materia di armi.

 

Tra questi figurava anche Rocco Francesco Ieranò, personaggio di primo piano nella male cinquefrondese che, dopo aver invano di sottrarsi alla cattura nell’estate 2013, dopo l’arresto aveva intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia che aveva svelato composizione e ruoli all’interno del locale di ‘ndrangheta di Cinquefrondi. Gli altri avvocati impegnati nel processo sono Marcella Belcastro, Carmela Macrì, Giuseppe Sapone, Guido Contestabile e Francesco Formica.

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