La sala dell’Access Point dell’Area Grecanica, a Roghudi Nuovo, stamattina era gremita e commossa. In tanti, tantissimi, sono accorsi per l’ultimo saluto al prof. Salvino Nucera, scomparso nei giorni scorsi all’età di 73 anni. Un lutto che non è solo familiare, ma che attraversa la lingua, la memoria e la dignità di un’intera civiltà minoritaria.

Alle 8.00 è stata aperta la camera ardente. Accanto al feretro, le istituzioni e praticamente tutte le associazioni ellenofone del territorio, studiosi, cultori, giovani e meno giovani che hanno accompagnato Nucera in vita o si sono formati attraverso le sue parole. Lo hanno salutato in doppia lingua, italiano e greco di Calabria. E tra i tanti volti commossi, quello del giovanissimo Francesco Iacopino, che ha parlato in grecanico rivolgendo un toccante commiato al suo maestro. Si è formato nelle “To Ddomadi Greko – La Settimana Greka” organizzate anche da Nucera: oggi, in piedi davanti alla bara, era il simbolo del ponte intergenerazionale costruito da Salvino.

«Con lui se ne va uno dei più importanti esponenti della grecità della Calabria» ha detto il sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri, ricordando la figura di un uomo che ha saputo essere «sempre presente ogni volta che serviva, con la sua generosità, la sua cultura, la sua umanità». Ha annunciato che il Comune istituirà un Centro Studi e una Biblioteca a lui intitolati, con la condivisione dei sindaci dell’Area Grecanica, quasi tutti presenti in rappresentanza dei Comuni di Roccaforte del Greco, Bova, Condofuri, San Lorenzo, Bagaladi, Reggio Calabria e naturalmente Roghudi.

A commuovere profondamente la sala è stato l’intervento del prof. Domenico Minuto, 95 anni, figura storica della grecità calabrese, compagno di strada e di pensiero di Salvino Nucera. Con voce pacata ha aperto il suo saluto ringraziando tutti: «In questo momento di grande dolore, c’è anche affetto, simpatia, rispetto, dignità. E tutto questo lo sento nella vostra presenza». Un riconoscimento alla comunità che si è stretta attorno a Nucera, ma anche un’esortazione a fare del dolore un’occasione di impegno.

«Non ho meriti né colpe, ma sono nel mio 95° anno – ha detto – e in una vita lunga ho imparato che ciò che conta davvero è la forza che può venire dall’unione tra i gruppi culturali. Dobbiamo continuare insieme, senza divisioni».

Minuto ha parlato non solo da collega, ma da testimone di un’amicizia profonda, raccontando come Salvino abbia sempre scelto la discrezione, l’operosità silenziosa, la pace come forma di militanza. «Il dolore per la sua perdita è immenso, e non sarà facile trovare una compensazione. Ma ci lascia qualcosa di raro: un affetto che unisce. L’affetto per lui, per ciò in cui credeva, per tutti noi che gli siamo stati accanto».

Poi, quasi in un sussurro, ha detto le parole che hanno chiuso il suo intervento e che nessuno in sala dimenticherà: «È morto "alla Salvino", senza dire nulla a nessuno. Così come scriveva nella sua bellissima poesia "Pucambù". Ha fatto ciò che aveva detto: è andato via con la stessa delicatezza con cui ha vissuto. In questo c’è la sua grandezza. E ora non è più tra noi, ma tra le nuvole, nel sole».

Gianfranco Marino, vicesindaco di Bova, ha ricordato la presenza di Nucera fino all’ultimo momento: «Eravamo insieme appena sette giorni fa per il conferimento della cittadinanza onoraria all’eurodeputata Eleonora Meleti. Figure come la sua non si sostituiscono. Rappresentava uno degli ultimi riferimenti autentici per i greci di Calabria. La sua assenza pesa sul futuro». Lucia Nucera, Assessora alle Minoranze Linguistiche del Comune di Reggio Calabria, ha preso la parola con voce rotta: «Con la morte di Salvino muore una parte della nostra lingua. Lui era ovunque, sempre presente quando si trattava di parlare dei Greci di Calabria. Oggi ci lascia un testimone. Dobbiamo prenderlo e portarlo avanti, perché è questo che voleva lui: che lavorassimo, anche al suo posto, anche se stava male».

La mattinata è stata intensa, vissuta nel segno della sobrietà e del raccoglimento. Non cerimonia, ma abbraccio collettivo. Non rito, ma testimonianza viva. Alcuni dei contributi più sentiti sono stati inviati e letti nel corso della commemorazione: tra questi quello dell’europarlamentare Giusi Princi, che ha parlato di Nucera come di «una delle voci più autentiche della nostra terra, che ha saputo proiettare nel futuro l’identità grecanica». Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha espresso il dolore della città per «la perdita non solo di un intellettuale, ma di un pezzo della nostra anima culturale».

Anche l’assessore regionale Giovanni Calabrese ha ricordato in un messaggio Salvino Nucera come «scrittore, docente, ambasciatore della grecità calabrese», mentre lo scrittore Vito Teti, amico fraterno, ha voluto donare alla cerimonia un messaggio di commiato profondissimo, in cui ha definito Salvino «guida morale e culturale», capace di vedere «il dio nascosto» dei luoghi e di farne parola, musica, poesia, azione quotidiana.

Tra i messaggi anche quello del Circolo Letterario “Mario La Cava”, dove Nucera era socio e assiduo frequentatore: «Siamo vicini col cuore pieno di dolore per la perdita di un amico sincero». Parole semplici e forti, che hanno accompagnato il feretro fino al cimitero di Roghudi Nuovo.

Ma la parte più significativa della giornata è arrivata proprio alla fine, con un gesto concreto che segna l’impegno della comunità a non disperdere l’eredità di Salvino Nucera: i suoi familiari hanno deciso di donare al Comune di Roghudi l’intero patrimonio librario e documentale, custodito nella casa dove Nucera ha vissuto e scritto. Si tratta di migliaia di volumi, saggi, testi rari, ma anche manoscritti, traduzioni e lavori ancora inediti, talmente numerosi che, come ha spiegato il sindaco, saranno necessari due furgoni per trasferirli tutti.

Un passaggio di testimone progettuale: come annunciato da Pierpaolo Zavettieri, l’amministrazione comunale avvierà l’iter per la creazione di un Centro Studi intitolato a Salvino Nucera. «Non vogliamo che resti solo una testimonianza, ma che diventi un luogo vivo, capace di continuare la sua opera, con il coinvolgimento di studiosi, associazioni, cultori della lingua e della storia grecanica. Salvino non morirà finché ci saremo noi. E questo centro sarà la casa del suo pensiero, e di chi vorrà portarlo avanti», ha dichiarato.

Il progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei sindaci dell’area grecanica, vuole essere non solo commemorativo, ma anche operativo: un polo culturale per future pubblicazioni, studi, laboratori linguistici, incontri e attività intergenerazionali. Salvino Nucera, che ha formato decine di giovani e ispirato intere associazioni, continuerà così a vivere nel cuore del suo territorio, nel corpo vivo di una comunità che rifiuta di perdere se stessa.

Giovedì prossimo, alle 17.45 su LaC Tv ed ondemand su LaC Play, il nostro network dedicherà una edizione speciale di Grecanica News dedicata a Salvino Nucera che, con grande amore e spirito costruttivo, ha collaborato alla realizzazione del tg grecanico sin dalla sua prima edizione.

Salvino Nucera è stato studioso, scrittore, traduttore, conferenziere, formatore, poeta, uomo schivo e generoso, custode della lingua greca di Calabria e punto di riferimento culturale per generazioni. Dalla Locride a Creta, da Roghudi a Salonicco, da Reggio Calabria fino in Lombardia, ha tessuto un Mediterraneo di senso e di resistenza, con quella lingua che – come scriveva egli stesso – «era fievole in lui», ma che ha custodito fino alla fine del tempo.