La Calabria brucia

San Floro, il fuoco danneggia l’allevamento dei bachi da seta: «Aiutateci a ricostruire»

Bruciato il maestoso pino secolare e distrutti percorsi, staccionate e tetti. I giovani che gestiscono la cooperativa Nido di seta chiedono un sostegno adottando un gelso o con una donazione

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di T. B.
12 agosto 2021
14:00

«Con sgomento e incredulità comunichiamo che l'incendio che ha messo in ginocchio San Floro negli ultimi tre giorni ha duramente colpito anche la nostra attività. A farne le spese più di tutti il maestoso pino secolare che vegliava sul nostro Nido, quasi quattrocento anni di storia rovinosamente abbattuti dalla furia del fuoco che non ha risparmiato nemmeno il tetto del nostro punto ristoro».

La cooperativa Nido di Seta nota per il suo gelseto, l’allevamento dei bachi da seta e per avere ripreso l’arte della tessitura, con questo post sulla sua pagina facebook racconta di non essere riuscita a sfuggire all’inclemenze delle fiamme e chiede aiuto per potere ricostruire quanto andato in fumo. «I danni sono ingenti, grazie alla collaborazione del sindaco e l'amministrazione comunale cercheremo di provvedere alla rimozione del pino monumentale rovinosamente caduto sui percorsi. Dovremo provvedere alla ricopertura del tetto, al ripristino dell'impianto Pilota di gelso morus nigra completamente andato in fumo e dei percorsi. E poi, ancora al completo rifacimento delle staccionate (che avevamo appena installato) oramai carbonizzate».


Come aiutare

In risposta alle tante dimostrazioni di solidarietà ricevute, la cooperativa chiede di adottare un gelso, sostenendo l’azienda e avendo in cambio i prodotti della filiera (clicca qui). Chi, invece, volesse contribuire con una donazione può farlo utilizzando i riferimenti presenti sulla pagina Facebook ufficiale della cooperativa Nido di seta, cliccando qui

«Il nostro più totale ringraziamento – scrivono i ragazzi della cooperativa - va alla squadra di Calabria Verde e Vigili del fuoco (gli eroi),apparsa quando tutto sembrava essere oramai completamente perduto e a Pietro Iuliano, Florino, Tonino De Vito, Domenico, Ottavio, Giuseppe, e l'amministrazione comunale tutta, e coloro che ci sono sati vicini fino alla fine, per domare le fiamme ed evitare la catastrofe». «Sognamo - concludono - di trasformare il tronco del Pino secolare in monumento alla nuova resistenza e incidere i nomi di chi ha contribuito sopra».

Giornalista
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