San Lucido, sversavano senza autorizzazione liquami in mare: sequestrato impianto lavorazione inerti

Gli uomini della guardia costiera di Cetraro e della polizia hanno individuato uno scarico abusivo attraverso il quale alcuni degli scarti dell'azienda andavano a finire nel letto del torrente Deuda

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di Redazione
2 agosto 2021
14:34

Negli ultimi giorni un blitz congiunto degli uomini della guardia costiera di Cetraro e della polizia in servizio a Paola ha permesso l’individuazione di uno scarico abusivo attraverso il quale alcuni scarti della lavorazione di inerti giungevano dai macchinari di un impianto privato, che è stato sequestrato, fino al Torrente Deuda del Comune di San Lucido e poi infine in mare.

Le indagini

L’attività è stata caratterizzata da una prima fase investigativa che si è protratta per alcuni giorni allo scopo di accertare e individuare il percorso dei reflui degli scarti di lavorazione della struttura. Dopo un’attenta fase di coordinamento ed il riscontro in mare di un notevole intorbidimento delle acque marine nei pressi della foce del Torrente Deuda, è scattato l’intervento sul posto. A seguito dell’accertamento delle modalità di esecuzione di tutte le fasi di lavorazione dell’opificio, l’azione vigile delle forze operanti ha permesso di individuare uno scarico di notevole portata nel letto del Torrente Deuda. Nei pressi dei macchinari è stata infatti individuata un’inusuale fuoriuscita di acque dall’impianto dirette nel sottosuolo. L’azione ispettiva è stata pertanto estesa nelle aree limitrofe e permetteva di individuare un artifizio - occultato tra la vegetazione ivi presente - che è risultato collegato all’impianto di lavorazione degli inerti tramite un collettamento sotterraneo.


Dai controlli è altresì emerso che la ditta fosse priva di qualsivoglia autorizzazione allo scarico in mare di acque reflue. L’attività è stata completata con l’esecuzione di campionamenti delle acque - inviati poi ai laboratori dell’Arpacal - in molteplici punti dell’impianto e del torrente Deuda allo scopo di verificare l’eventuale sussistenza di inquinamento delle non lontane acque marine.

L’impianto è stato quindi sottoposto a sequestro per mancata autorizzazione allo scarico in mare e il titolare è stato dferito alla Procura della Repubblica di Paola. La rinnovata sinergia e la proficua collaborazione tra i Comandi del Commissariato della Polizia di Stato di Paola e della Guardia Costiera di Cetraro continue nel solco già segnato ed indirizzato alla tutela dell’ambiente e del mare dell’alto tirreno cosentino.

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