Sanità Calabria, crediti risalenti al 1999: rischia di ampliarsi il buco nei conti del Pugliese

Probabile effetto slavina provocato dall'operazione verità condotta dall'azienda ospedaliera di Catanzaro. La relazione trasmessa alla Corte dei Conti, in ballo milioni di euro per prestazioni interaziendali (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
17 maggio 2021
16:47
L’ospedale Pugliese
L’ospedale Pugliese

Il rischio slavina è più che concreto. L'operazione a cui da mesi lavora sottotraccia il commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Francesco Procopio, appare infatti come una vera e propria bomba pronta ad esplodere e che inevitabilmente trascinerà con sé, nella deflagrazione, tutte le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, producendo per effetto un vistoso peggiormento del bilancio sanitario regionale. Difficile disinnescare l'ordigno se non altro perchè i germi dell'operazione sono stati illustrati - e quindi messi nero su bianco - alla sezione Controllo della Corte dei Conti della Calabria, quale risposta agli ultimi rilievi mossi in ordine di tempo all'azienda dai giudici contabili.

Crediti datati

La sezione contabile nel gennaio scorso aveva, infatti, tornato a scrivere a Madonna dei Cieli - dopo due successive controdeduzioni tese a motivare le criticità già emerse - chiedendo però un ulteriore intervento dell'azienda volte a rimuovere definitivamente le violazioni indicate. E probabilmente quella più gravida di conseguenze riguarda «l'ingente ammontare dei crediti che l'azienda vanta nei confronti di soggetti prevalentemente pubblici, la cui durata è protratta nel tempo» senza però risultare iscritti in bilancio alla voce "svalutazione crediti". Si tratta, appunto, di crediti risalenti ad esercizi anteriori al 2014 vantati nei confronti delle altre aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.


Archeologia contabile

Le attività di "scavo" sono andate avanti per mesi e tese ad effettuare una ricognizione dei crediti e dei debiti maturati, in primo luogo, verso le altre aziende del servizio sanitario e successivamente nei confronti di altri enti pubblici. A saltare fuori oltre venti milioni di euro iscritti in bilancio riconducibili a crediti vantati verso le altre aziende ma piuttosto datati nel tempo. Altissimo il numero delle poste inserite a partire dal 1999 e mai regolate, numerosi crediti vantati nei confronti di aziende sanitarie locali soppresse nel 2007, ad esempio, Paola, Castrovillari, Rossano, Palmi, Locri e Lamezia Terme e una altrettanta elevata quantità di fatture emesse per prestazioni ambulatoriali eseguite dall'ospedale Pugliese per conto delle aziende sanitarie provinciali ma che sarebbero dovute rientrare in compensazioni operate dalla Regione. 

Scritture a confronto

«Solo poche partite trovavano giustificazione in apposite convenzioni stipulate tra le aziende» conferma il commissario straordinario, Francesco Procopio, nella lunga nota di riscontro alla Corte dei Conti. La scoperta non è rimasta però senza conseguenze, il primo passo compiuto è stato quello di scrivere alle aziende sanitarie e ospedaliere chiedendo un riscontro sui crediti e sui debiti risultanti in bilancio. Dal confronto è emerso, tuttavia, un non trascurabile disallineamento tre le poste creditorie e debitorie inserite nei bilanci delle altre aziende del servizio sanitario.

Disallineamento

A titolo d'esempio, a fronte di crediti vantati dal Pugliese nei confronti dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro per un valore di oltre otto milioni e mezzo, l'Asp ne ha iscritti in bilancio meno della metà: oltre tre milioni. Ancora, a fronte di crediti nei confronti dell'Asp di Vibo Valentia per un valore di oltre due milioni, all'Asp di Vibo ne risultano iscritti 737mila. E così anche per le altre aziende, per un disallineamento del valore dei crediti di oltre meno nove milioni di euro e un surplus di debiti di quasi quattro milioni

Effetto slavina

L'azienda annuncia così la creazione di un apposito fondo nel bilancio consuntivo 2020 per la svalutazione dei crediti che non trovano rispondenza nella contabilità delle altre aziende, ma evidentemente l'operazione di "pulizia" del documento contabile non comporterà solo un aggravamento del deficit per l'azienda ospedaliera ma un altro ancor più significativo: in tal senso l'effetto slavina è più che concreto. Il disallineamento emerso nel computo dei debiti e dei crediti nelle scritture contabili dell'ospedale Pugliese potrebbe infatti replicarsi per ciascuna della nove aziende nei confronti delle altre con effetti a dir poco imprevedibili

Disavanzo galoppante

Una soluzione più soft potrebbe comportare una riconciliazione tra i debiti e i crediti iscritti nelle diverse scritture contabili ma anche un inevitabile allungamento dei tempi per la redazione dei bilanci d'esercizio 2020, da presentare tassativamente entro il 30 di giugno. Tempi strettissimi, quindi, che hanno indotto in via prudenziale il commissario straordinario, Francesco Procopio, ad istituire un apposito fondo per la svalutazione dei crediti che non trovano rispondenza dei bilanci delle altre aziende. Una soluzione, invece, più immediata e anche più tranchant potrebbe passare dalla totale svalutazione dei crediti che risalgono agli esordi degli anni duemila ma con effetti dirompenti sul bilancio sanitario regionale.

La palla alla Regione

Della grana il dipartimento Tutela della Salute è già stato informato con una nota partita da Madonna dei Cieli nell'aprile scorso e la relazione inviata giovedì scorso alla sezione Controllo della Corte dei Conti, porta tra i destinatari ancora il dipartimento Tutela della Salute e il commissario ad acta, Guido Longo.

Giornalista
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