Sanità, le dimissioni di Cotticelli scatenano le reazioni ma manca l’ufficialità

VIDEO | Per la Cgil non bisogna riconsegnare il settore alla politica, mentre la Cisl è preoccupata dalla recrudescenza della pandemia. E Sapia (M5s) dà la colpa disastro al subcommissario Crocco, che comunque smentisce il passo indietro

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10 ottobre 2020
18:57

Saverio Cotticelli a un passo delle dimissioni. L’addio del commissario della sanità calabrese, anticipato ieri da LaC News24, attende ancora una conferma ufficiale da parte del diretto interessato (al momento irreperibile), ma le sue dimissioni, date ormai per certe dalla stampa regionale, stanno scatenando una ridda di reazioni.

 


Intanto, però, il subcommissario che affianca Cotticelli, Maria Crocco, raggiunta telefonicamente, smentisce categoricamente il passo indietro: «Non ci siamo dimessi». Altre fonti negano anche che sia stata fissata una riunione al ministero della Salute all’inizio della prossima settimana con all’ordine del giorno la questione. Insomma, una situazione confusa che ha fatto scattare un vero e proprio corto circuito informativo, con commenti e reazioni a dimissioni che, per ora, non sono state ancora formalizzate.

 

La Cgil: «Non riconsegnammo la sanità calabrese alla politica»

«Riteniamo nell’immediato una presa in carico del Ministero della Salute della sanità calabrese, con l’individuazione di un percorso che metta al centro i bisogni del malato, dei cittadini che chiedono servizi sanitari efficienti e moderni». Così Angelo Sposato, segretario regionale della Cgil, commenta le dimissioni non ancora ufficiali di Saverio Cotticelli. «Serve prorogare e modificare il decreto Calabria - aggiunge - e individuare una struttura commissariale competente che interagisca con le autorità sanitarie territoriali, con il sindacato, che affianchi le strutture delle Asp sciolte per infiltrazioni mafiose e che condivida un piano operativo per la rete ospedaliera, la medicina di territorio, la rete di emergenze urgenza, con abbattimento delle liste di attesa».

 

Poi il passaggio relativo al deficit monstre del settore in Calabria: «Al Governo chiediamo la sterilizzazione del debito per il periodo necessario ad effettuare le assunzioni necessarie, stabilizzare il precariato, provvedere alle riqualificazioni e le internalizzazioni dei servizi. Auspichiamo che il Ministro della salute Roberto Speranza convochi al più presto il confronto tecnico già concordato nell’ultimo incontro svoltosi al Ministero della salute, alla luce delle odierne dimissioni del Commissario Cotticelli. L’unica cosa che non è possibile accettare è riconsegnare la sanità a questa politica che trasversalmente nel tempo ne ha prodotto il disastro totale».

 

Anche la Cisl si appella al Governo

«Le annunciate dimissioni del Commissario e del Sub Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro della Sanità in Calabria – dichiara Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese – accelerano la necessità di una verifica da parte del Ministro Speranza dello stato del sistema sanitario nella nostra regione e della complessiva riorganizzazione del settore. Finora i calabresi, con le loro tasche, stanno ripianando il deficit della Sanità attraverso l’aumento di Irpef e Irap. Altro che piano di rientro: le cifre che circolano parlano del raddoppio di uno sforamento nel bilancio che già lo scorso anno avevamo denunciato come allarmante! Questo è il momento di dare finalmente risposte attese da anni alla domanda di servizi sanitari all’altezza dei tempi e delle sfide attuali e future in termini di strutture, di tecnologie, di operatori».

 

E ancora: «Nelle prossime settimane decadranno gli effetti del Decreto Calabria, rendendo urgente un cambio di marcia e di management nelle aziende sanitarie e ospedaliere, oltre che nell’Ufficio del Commissario ad acta. Chiediamo perciò un immediato confronto con il Ministro alla Salute, qui in Calabria, per capire come sarà gestita questa delicatissima fase di transizione e di necessario rilancio in cui, mentre assistiamo ad un aumento dei contagi da Covid-19, persistono gravi carenze strutturali e nel personale, licenziato e non rimpiazzato, carenze che non consentono ai cittadini la fruizione dei livelli essenziali di assistenza e li espongono ai rischi di una pandemia tuttora in corso».

 

Sapia (M5s): «Cotticelli galantuomo, Crocco vera responsabile del disastro»

«Dopo la annunciate dimissioni da parte del commissario alla sanità calabrese, Saverio Cotticelli, e della sua vice, Maria Crocco, mi auguro che entrambi lascino per sempre la gestione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. Servono nuovi commissari che conoscano il territorio e non abbiano alcuna riverenza rispetto alla burocrazia ministeriale, ancora guidata dai dirigenti Andrea Urbani e Angela Adduce, di cui ho da tempo chiesto la sostituzione, ritenendoli responsabili quanto Crocco e Cotticelli». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, il quale aggiunge: «Cotticelli è un galantuomo che si è trovato al posto sbagliato nel momento più delicato, la Crocco ha invece il controllo degli aspetti tecnici, sicché sono sue le responsabilità principali dell’andamento della sanità calabrese».

 

«Se fossero formalizzate le dimissioni di Cotticelli e Crocco, il governo dovrebbe – rimarca il deputato del Movimento 5 Stelle – impedire la colonizzazione della sanità calabrese, peraltro confermata dalla nomina di diversi manager provenienti da fuori, lontani dal contesto sanitario regionale e dai problemi quotidiani». «Se Cotticelli e Crocco tornassero a casa, sarebbe un primo, importante risultato – precisa il parlamentare – che rivendicherei con orgoglio. Infatti sono stato, come noto, il rappresentate del popolo che ne ha rilevato puntualmente ogni errore: dall’anomala determinazione del fabbisogno di personale al disavanzo spaventoso del policlinico universitario di Catanzaro; dal divieto di operare i tumori al seno nelle cliniche private ai rimpalli circa la prosecuzione della radioterapia al Marrelli Hospital; dalla dubbia nomina della Saitta all’Asp di Cosenza all’immobilismo su alcuni primariati, assegnati, stando agli atti, in mancanza dei requisiti di legge. L’elenco – conclude Sapia – sarebbe interminabile. In ogni caso è ormai inevitabile e urgente cambiare la struttura commissariale».

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