Sanità, Guccione: «Si parla di ospedali da campo mettendo da parte le altre strutture»

«A San Giovanni in Fiore si è toccato davvero il fondo. Si continua a depotenziare l’ospedale non assumendo medici, infermieri e Oss». Le dichiarazioni del consigliere regionale sulla situazione dell'ospedale silano 

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di Redazione
16 novembre 2020
11:07
Il consigliere regionale Carlo Guccione
Il consigliere regionale Carlo Guccione

«A San Giovanni in Fiore si è toccato davvero il fondo. Dopo le disposizioni dell’Asp di Cosenza che rischiano di bloccare il servizio di Oncologia, si continua a depotenziare l’ospedale di montagna non assumendo medici, infermieri e Oss. Rilancio dell’ospedale, l’arrivo di nuovi medici, Cup all’avanguardia: promesse su promesse utilizzate durante la campagna elettorale per le amministrative. Ma a distanza di qualche mese che cosa è cambiato?». Così il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione.

 


«Le cose sono solo peggiorate – prosegue Guccione - San Giovanni in Fiore si trova a vivere un momento non certo facile visto l’aumento esponenziale dei contagi nel territorio silano. Da ieri il presidio ospedaliero è sguarnito della figura dell’anestesista e, come ha annunciato l’Asp di Cosenza, le eventuali urgenze dovranno essere differite in altra sede. Alla paventata chiusura dell’Unità oncologica si aggiungono nuovi problemi. Bisogna intervenire con urgenza. È necessario aumentare le prestazioni, potenziare l’ospedale utilizzando i soldi non spesi dall’Asp di Cosenza per assumere medici, infermieri e operatori sociosanitari».

 

«Chi aveva il compito di fare tutto ciò e si è sottratto alle sue responsabilità pagherà nelle sedi competenti».

«Si preferisce parlare di ospedali da campo mettendo da parte tutte le strutture già esistenti – conclude il consigliere del Pd - Cariati, Mormanno, Praia a Mare, Lungro: questi sono solo alcuni esempi di strutture disponibili che potrebbero accogliere malati Covid meno gravi. Le attrezzatture sono già disponibili, abbiamo centinaia di posti letto non utilizzati ma manca il personale sanitario. Si preferisce tenere chiusi questi ospedali, alcuni tra l’altro già ristrutturati, e parlare esclusivamente di ospedali da campo».

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