Sanità, le frasi “rubate” di Belcastro: «Cotticelli di Covid non capiva un ca…» - VIDEO

Il dirigente regionale intervistato dall'inviato di Piazzapulita si lascia andare a dichiarazioni imbarazzanti sull'ex commissario alla sanità: «Ho sempre firmato tutto io, il ministero non voleva avere a che fare con il generale»

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di Luana  Costa
27 novembre 2020
01:24

Il ghostwriter era lui: prima dirigente genarale del dipartimento Tutela della salute e poi promosso dall'ex presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, al ruolo di delegato di soggetto attuatore per l'emergenza Covid in Calabria. A firmare tutti gli atti era sempre lui e lo ammette candidamente Antonio Belcastro nel clamoroso fuori onda andato in scena questa sera su La7 nella trasmissione Piazza Pulita. «Ho firmato sempre tutto io».

 


Cotticelli non capiva un ca..

Intervistato dal giornalista Salvatore Gulisano, il soggetto attuatore per l'emergenza Covid in Calabria racconta del suo rapporto con l'ex commissario ad acta per il piano di rientro, Saverio Cotticelli: «È stato pure un bravissimo generale però di questa materia lui non solo non capiva un ca... ma non se ne era mai voluto fregare».

 

Ho firmato tutto io

Racconta al cronista quando lui stesso sottoponeva gli atti da firmare riguardanti l'emergenza Covid e i suoi netti rifiuti: «Ma è Covid?», domadava Cotticelli. «No no, io il Covid no». E ammette: «Ho firmato sempre tutto io. Quando si trattava di andare a parlare fuori, gli spiegavo qual era l'argomento. In alcuni casi gli dicevo: «Se vuoi parlo prima io. Ma poi lui interveniva precisando che lui si trovava in Calabria per ristabilire la legalità. Per anni si è vissuto nella parvenza di dire "qua abbiamo messo un generale dei carabinieri perchè è tutto marcio"».

 

Anche al ministero sapevano

E prosegue ancora nella sua lunga confessione: «I dirigenti del ministero dicevano non fateci perdere tempo con Cotticelli». E, poi, l'ammisione finale: «No, io, massimo fine mese lascio se non succede qualcosa». Insomma, per mesi tutti sapevano alla Regione, così come a Roma, che a gestire la sanità calabrese prima e l'emergenza pandemica dopo vi era un commissario nettamente incompetente. 

Giornalista
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