Ci sono reperti archeologici, nuovo stop alla costruzione dell'ospedale di Palmi

VIDEO | La scoperta, effettuata durante gli scavi, ha spinto la soprintendenza dei beni archeologici di Reggio Calabria a dare parere negativo in sede di conferenza dei servizi. Il sindaco Ranuccio rassicura: «Solo una battuta d'arresto»

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di Francesco Altomonte
25 febbraio 2019
12:26
Il progetto dell’ospedale della Piana
Il progetto dell’ospedale della Piana

Il nuovo stop alla costruzione dell’ospedale della piana di Gioia Tauro, è proprio il caso di dirlo, giunge dal passato. Non bastava il ritardo accumulato negli ultimi dieci anni, durante i quali si è assistito al peggio che la burocrazia statale possa offrire. Negli scavi preparatori, sono stati scoperti alcuni reperti archeologici, che hanno spinto la soprintendenza dei beni archeologici di Reggio Calabria a dare parere negativo in sede di conferenza dei servizi, dove si lavora per la presentazione del progetto esecutivo del nuovo ospedale della piana che sorgerà a Palmi.

 


«C’è un oggettivo rallentamento nell’iter che porterà alla costruzione del nuovo ospedale – ha dichiarato il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio. Sono stati rinvenuti dei reperti archeologici che non sappiamo a che epoca si riferiscano. La soprintendenza ha segnalato la cosa in sede di conferenza dei servizi. La cantierizzazione era prevista per l’inizio dell’estate, credo che dovremmo pazientare ancora qualche mese in più».

 

Politica e associazione sono convinti che si tratti solo di una battuta d’arresto, ma sono mesi che si aggiungono ai tempi lunghi, anzi lunghissimi, nell’iter che dovrebbe portare alla costruzione di un’opera agognata da un territorio, bersagliato da anni di tagli indiscriminati al sistema sanitario.

 

«È bene chiarire – ha precisato il primo cittadino – che il ritrovamento non rappresenta un ostacolo alla realizzazione dell’opera, ma solo un rallentamento. Questo vuol dire che l’iter prosegue normalmente e che l’ospedale si farà”. “È una battuta d’arresto che ci farà ritardare ancora qualche mese – ha aggiunto Stefania Marino, presidente dell’associazione Prosalus -  Il rilievo della soprintendenza di Reggio Calabria, che ha valore vincolante, obbliga la Regione a fermarsi. Il prossimo passo sarà la presentazione da parte del concessionario di un progetto per l’esportazione di questi tuboli di terracotta e poi si potrà andare avanti».

 

Una buona notizia, però, c’è. Pare infatti che la Tecnis, la società che avrebbe dovuto realizzare l’opera e colpita da interdittiva antimafia e problemi finanziari, sia stata rivelata risolvendo un problema che poteva rappresentare un ulteriore intoppo sulla strada della realizzazione del nuovo ospedale.

 

«La Tecnis – ha spiegato il sindaco Ranuccio - pare sia stata ceduta, si attende solo l’annuncio da parte del Ministero è questa credo sia una notizia importante». La Marino dà qualche dettaglio in più in merito alla nuova azienda. «Si tratta – ha detto la presidente di Prosalus – del Gruppo Pessina, uno dei colossi nell’edilizia sanitaria. Questa è una notizia che ci fa fare un sospiro di sollievo, perché un’azienda del genera alle nostre spalle non può che darci sicurezza».

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