Sanità, passa anche alla Camera l’emendamento al decreto Calabria: stop alle azioni esecutive fino al 2025
Il provvedimento è stato votato (429 favorevoli e 46 contrari) assieme al pacchetto di misure fiscali. Prevede nuove unità di personale in aiuto alla struttura commissariale e un blocco del saldo della mobilità passiva (ASCOLTA L'AUDIO)
Ha passato anche l’esame della Camera dei Deputati l’emendamento che recepisce alcune modifiche al decreto Calabria bis. Lo scorso 3 dicembre era stato licenziato dal Senato assieme al pacchetto di misure fiscali e questo pomeriggio è approdato alla Camera per la votazione: il documento - su cui il Governo ha posto la questione di fiducia – riguarda misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (decreto legge 146) e contiene anche un emendamento finalizzato ad introdurre alcune modifiche al decreto Calabria bis ritenuto dalla Consulta parzialmente viziato da profili di illegittimità.
La Camera ha approvato il documento contenente anche le proposte emendative con 429 voti favorevoli e 46 voti contrari. L’emendamento – firmato dai tre senatori in quota Fi Giuseppe Mangialavori, Fulvia Caligiuri e Marco Siclari – autorizza Agenas ad assumere – a partire dal primo gennaio – un contingente di personale composto da 40 unità in supporto dell’azione della struttura commissariale.
Nelle aziende
Le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi potranno poi usufruire di cinque unità di personale destinato alle operazioni di controllo, liquidazione e pagamento delle fatture correnti e pregresse, forse una delle peggiori zavorre che grava sul sistema sanitario regionale con effetti devastanti sul deficit determinato dal fenomeno della liquidazione per due o tre volte consecutive delle stesse fatture.
Lo scudo contro i doppi pagamenti
Il provvedimento dispone, inoltre, che i fornitori riscontrino il debito vantato alle aziende e se ciò non avviene entro il 31 dicembre 2022 questo si intende automaticamente estinto. Oltre a ciò si esclude fino al 31 dicembre 2025 la possibilità di attivare azioni esecutive. Una sorta di scudo che elimina alla radice l’eventuale aggressione delle casse degli enti pubblici. In tal modo si spera di ripulire i bilanci ed evitare i doppi pagamenti attraverso una operazione di revisione contabile. Tuttavia, la previsione ha già sollevato roventi polemiche da parte degli erogatori privati e da una parte di avvocati che stigmatizzano il blocco poiché potrebbe comportare gravi ripercussioni per le ditte fornitrici degli enti del servizio sanitario.
Blocco alla mobilità
Infine, si offre respiro economico escludendo dal riparto annuale del fondo sanitario il computo della mobilità passiva. In genere le somme dovute dalla Calabria alle altre regioni vengono trattenute alla fonte e liquidate a quelle regioni (per lo più il nord Italia) dove i calabresi “scelgono” nella maggior parte dei casi di curarsi. Ciò non avverrà più, le altre regioni potranno recuperare le somme ma dilazionate nel tempo in un arco quinquennale a partire dal 2026. Alla Calabria poi viene assegnato un fondo di solidarietà pari a 60 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. In precedenza importi erano già stati assegnati per il triennio 2021/2023.