Roma si accorge che la digitalizzazione della Sanità calabrese è all’anno zero

Il Sistema informativo sanitario regionale (Sec-Sisr) che dovrebbe governare la spesa e le prestazioni erogate dalle aziende sanitarie e ospedaliere ancora non funziona. I dati non vengono trasmessi al ministero che boccia la Calabria per inadempienza

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di Luana  Costa
22 ottobre 2020
18:32

Dopo oltre un anno di duro lavoro sui conti in rosso della sanità calabrese, il dubbio ha iniziato a farsi strada anche al terzo piano della Cittadella. Il campanello d'allarme probabilmente sarà scattato all'esito della rovinosa riunione convocata dal ministero della Salute e dal Mef per fare il punto sullo stato di attuazione degli adempimenti previsti dal piano di rientro. Le ripetute sferzate sul mostruoso disavanzo ma anche sul mancato raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza devono aver, infine, instillato più di un dubbio nel commissario ad acta, Saverio Cotticelli, e nel subcommissario, Maria Crocco; quest'ultima impegnata nella giornata di ieri in un vertice sulla gestione dei flussi informativi.

Carenza di governance

Convocate nella sala riunioni della Protezione civile le aziende sanitarie provinciali per venire a capo delle criticità emerse nella gestione dei flussi, all'origine di un parziale monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza. Più d'una volta il tavolo interministeriale romano ha censurato, infatti, la Calabria a causa della incompleta trasmissione delle informazioni riguardanti le prestazioni assistenziali erogate ma che pesano come un macigno sul calcolo dei Lea. Una inadempienza che denota "una carenza di governance regionale" aveva avuto da ridire il ministero della Salute. E il tandem commissariale si è così messo all'opera per aver ragione sulla disfunzione che ha generato ripetute bocciature da Roma.


Il buco nero informativo

E il buco nero in un sistema che fa acqua da più parti sembra esser stato individuato nell'applicativo impiegato dalle aziende ma profumatamente pagato dalla Regione per la gestione dei flussi informativi. Un sistema integrato che avrebbe dovuto tenere assieme gli aspetti gestionali e contabili delle singole aziende sanitarie e ospedaliere regionali ma anche quelle puramente assistenziali. Il progetto Sec Sisr avviato nel 2014 del valore di 13 milioni di euro ancora oggi non è entrato a regime. Ad esempio, la relazione di fine collaudo giunge alla Regione sono nel giugno del 2018 e già allora si iniziavano a intravedere le prime criticità nella operazioni di transcodifica dei dati dai sistemi precedentemente in uso nelle singole aziende. Ancora oggi, tuttavia, si opera in una sorta di interregno e in una logica di commistione tra i precedenti applicativi e il nuovo gestionale non totalmente implementato nei suoi singoli moduli.

Dati a singhiozzo

Tallone d'Achille le aziende sanitarie provinciali, molte delle quali continuano ad operare con un doppio sistema a causa della difficile opera di ricostruzione e omogenizzazione dei dati. Il risultato finale non è solo il mancato rilevamento e la totale assenza di trasmissione delle informazioni che riguardano le prestazioni assistenziali effettivamente erogate ai pazienti ma anche l'impossibilità di presiedere ad un controllo della spesa per singola azienda. I dati vengono così trasmessi a singhiozzo alla Cittadella e a cascata al ministero della Salute e al Mef, impossibilitati a realizzare un completo monitoraggio dei flussi informativi che inchiodano la Calabria da sempre ad un punteggio Lea sotto la soglia della sufficienza, sebbene in molti casi le prestazioni vengano effettivamente erogate ma non rendicontate.

 

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Giornalista
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