Beffa amara

Affiggono uno striscione contro la violenza sulle donne, il Comune di Sant’Onofrio li multa

L’iniziativa di un’associazione in occasione della giornata internazionale contro i femminicidi è costata la notifica di una sanzione per violazione del Codice della strada

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di Stefano Mandarano
5 gennaio 2024
10:46

Proteggi tua figlia. Educa tuo figlio”. Un messaggio chiaro ed efficace, un intento nobile manifestato in una circostanza emblematica: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre scorso. Il testo compariva su uno striscione che l’associazione Bubini Aps, attiva a Sant’Onofrio, nel Vibonese, aveva appeso alla parete esterna dell’ex clinica Teti, affacciata sulla piazza centrale del paese. Uno striscione fatto però tempestivamente rimuovere dall’amministrazione comunale che aveva inviato la Polizia municipale perché quell’affissione non era autorizzata.

Lo striscione aveva poi trovato la sua collocazione in uno spazio messo a disposizione dalla confinante Stefanaconi, nella frazione Morsillara. Ora, a distanza di diverse settimane dai fatti, per l’associazione Bubini alla beffa si è aggiunto il danno. Il Comune di Sant’Onofrio ha infatti notificato al sodalizio una sanzione amministrativa per violazione del Codice della strada, comminando una multa da 301 euro (se pagata entro cinque giorni) a 865,50 euro se pagata oltre il 60° giorno.


A darne notizia è la stessa associazione, che così commenta la decisione dell’amministrazione guidata dal sindaco Nino Pezzo: «Siamo dei fuorilegge. Siamo fuorilegge per aver sostenuto una causa importantissima come quella contro la violenza di genere. Lo siamo anche per aver seguito alla lettera le indicazioni dateci da un importante membro della nostra amministrazione. E come si sa, i fuorilegge vanno puniti».

Quindi si spiega: «Abbiamo ricevuto una sanzione amministrativa, notificata in data 27-12-2023, un "verbale di accertata violazione al Codice della strada" di 301 euro se pagato entro 5 giorni, 430 euro se pagato dal 5° al 60° giorno, e di 865,50 euro più 12,50 euro se pagato oltre il 60° giorno, per aver infranto l’art. 23, commi 1-4 e 11, del Codice della strada».

Bubini Aps aggiunge: «Siamo stati anche definiti ignoranti, perché la legge, giustamente, non ammette ignoranza. Quindi, in sintesi, siamo fuorilegge e ignoranti per aver seguito indicazioni da chi ci accusa di esserlo. Qualcosa non torna ma quando uno sbaglia, deve pagare. Tuttavia, il giorno in cui è stato rimosso lo striscione, non si è mai accennato al Codice della strada. La rimozione è stata associata a motivazioni estetiche e storiche. “La clinica è un edificio storico per il nostro paese. Non si può rovinare l’estetica della sua facciata con uno striscione”, nonostante avessimo il consenso del proprietario della clinica».

Nello sfogo dell’associazione guidata da Domenico Petrolo anche una possibile chiave di lettura dello scontro creatosi con gli amministratori comunali. «Abbiamo sempre cercato di collaborare con quest’amministrazione - si legge -, ma siamo stati sempre additati come oppositori. La nostra associazione è apolitica. Tutto ciò che ci compete riguarda solo ed esclusivamente il sociale. Pensavamo che fosse chiaro, visto il nostro continuo impegno per il nostro paese. Il 25 novembre era una data importantissima su cui bisognava riflettere su un tema cruciale. Eppure, il tutto è passato in secondo piano, emergendo solo presunzione e arroganza, dimenticando il motivo dello striscione e ciò che rappresentava».

Nessuna intenzione di indietreggiare: «Né una multa né il capriccio di qualcuno ci fermeranno. Noi - conclude l’associazione - agiremo sempre in buona fede e per il bene del nostro paese, continuando ad organizzare tutto ciò che le nostre possibilità ci permettono di fare». Numerose, in queste ore, le attestazioni di solidarietà all’indirizzo dell’associazione di promozione sociale di fronte all’azione intrapresa dal Comune che molti commentano come «vergognosa» e «inspiegabile».

 

Giornalista
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