Scalea, il sindaco Gennaro Licursi si dimette

L'ex primo cittadino, rimasto coinvolto nell'inchiesta Ghost work ,è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio

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di Francesca  Lagatta
25 dicembre 2019
14:27
Gennaro Licursi
Gennaro Licursi

Il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Era stato eletto a maggio del 2016 a capo di una lista civica di centrosinistra. La decisione arriva dopo l'inchiesta sull'assenteismo denominata "Ghost Work", che ha portato al suo arresto la mattina del 12 dicembre scorso. La procura di Paola, che ha coordinato l'indagine, lo accusa di essersi assentato in maniera ingiustificata dal posto di lavoro e di aver intascato soldi per "missioni" mai svolte.

Secondo il quadro ricostruito dagli inquirenti, Licursi, che fino ad agosto scorso era un dipendente dell'Asp di Cosenza in servizio agli uffici di Scalea, avrebbe eluso circa 650 ore di lavoro nei solo mesi in cui è stato pedinato e intercettato dalle forze dell'ordine. Per lui il gip del tribunale di Paola ha emesso un'ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari.


 

Nell'inchiesta risultano coinvolti altri tre dipendenti dell'azienda sanitaria provinciale bruzia, tutti e tre sospesi dalle loro funzioni. Nonostante l'indagine non sfiori in alcun modo la sfera politica, cinque giorni dopo l'arresto il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, ha provveduto a sospenderlo dal suo incarico pubblico perché ritenuto incompatibile con le accuse mosse dalla procura.

Le assenze ingiustificate

La mattina del 12 dicembre scorso i finanzieri della Tenenza di Scalea hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip presso il Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore capo della Repubblica, Pierpaolo Bruni, e del sostituto procuratore Maurizio De Franchis (i dettagli dell'operazione Ghost work).

 

Inoltre, le Fiamme Gialle hanno notificato la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio nei confronti di tre dipendenti dell’Asp di Cosenza. Si tratta di Angela Riccetti, 57 anni, direttore del distretto sanitario del Tirreno; Paolo Felice, 59, responsabile U.O. Suem 118 e Guardie Mediche della provincia di Cosenza; Valentino Cupelli, 67 anni, collaboratore amministrativo agli uffici Asp di Amantea. Secondo le accuse, Riccetti Felice e Cupelli avrebbero attestato falsamente la presenza di Licursi nei luoghi di lavoro. 

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