Assolto l'avvocato Ioppoli dalle accuse di abuso di ufficio e falso. Tesoriere avrebbe promesso anche di «procurare lavori di appalto e incarichi e mettersi a disposizione per ogni evenienza»
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Il gup di Catanzaro Mario Santoemma ha emesso 15 condanne e una assoluzione nell'ambito del procedimento, con rito abbreviato, denominato Garbino che punta a far luce su presunti illeciti perpetrati dalla cosca Pullano di Isola Capo Rizzuto, riconducibile al locale comandato dagli Arena.
Scambio elettorale politico mafioso
Tesoriere, in particolare, è stato condannato per scambio elettorale politico-mafioso poiché in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, in qualità di candidato come consigliere con la lista Occhiuto Presidente, avrebbe stretto un accordo con Fabrizio Pullano (nelle more deceduto) e Pasquale Pullano, appartenenti all’omonima famiglia. In cambio di voti nel territorio di Isola Capo Rizzuto Tesoriere si sarebbe impegnato, è scritto nel capo di imputazione, a far ottenere al figlio di Fabrizio Pullano la pensione di invalidità «intercedendo con il Ctu nominato dal Tribunale di Lamezia Terme». Secondo l’accusa, Tesoriere avrebbe promesso anche di «procurare lavori di appalto e incarichi e mettersi a disposizione per ogni evenienza».
L'assoluzione
Assolto l'avvocato Enzo Ioppoli (insieme a Tesoriere e Maria Alosa) dai reati di abuso d'ufficio (perché il fatto non è previsto dalla legge come reato) e falso (perché il fatto non costituisce reato). Secondo l'accusa avrebbero favorito il superamento della seconda prova orale dell’esame di abilitazione da avvocato a Maria Alosa. L'avvocato Ioppoli è stato difeso dai legali Nicola Cantafora e Francesco Verri.
La cosca Pullano
Ai vertici del sodalizio mafioso della cosca Pullano di Isola Capo Rizzuto, i sostituti procuratori che hanno coordinato l’inchiesta – Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino – hanno individuato Fiorello Maesano (condannato a 10 anni di reclusione), quale promotore e organizzatore che dirimeva i contrasti (anche tra privati) e manteneva i rapporti con le altre associazioni mafiose, e Pietro Fiore Pullano (condannato a 14 anni, 6 mesi e 20 giorni) anche lui ai vertici della consorteria con il compito di pianificare le estorsioni, i prestiti usurari, l’approvvigionamento di armi e organizzava il mantenimento dei carcerati.
La sentenza
Maria Alosa, tre mesi di reclusione;
Domenico Barbaro, nove anni;
Giuseppe Ciliberto, tre anni;
Domenico Cristofaro, tre anni;
Domenico Godano, sei anni;
Fiorello Maesano, 10 anni;
Ferdinando Marchio, quattro anni e quattro mesi;
Tommaso Mercurio, sei anni;
Bruno Patania, 20 mesi;
Francesco Pullano classe 1980, dieci anni;
Maurizio Pullano, 11 anni e due mesi;
Pietro Fiore Pullano, 14 anni, sei mesi e 20 giorni;
Antonio Rizzuti, quattro anni e sei mesi;
Tommaso Rizzuti, un anno di reclusione, in continuazione con una condanna definitiva per associazione mafiosa;
Ottavio Tesoriere, cinque anni e cinque mesi.
Nel collegio difensivo gli avvocati Luigi Villirilli, Ferdinando Pantuso, Dario Fratto, Giuseppe Napoli, Tiziano Saporito, Nicola Cantafora, Francesca Buonpane, Francesco Verri, Roberto Coscia, Mario Prato, Pasquale Le Pera, Domenico Magnolia, Francesco Gambardella, Francesco Sacco.