Il sit-in

“Scuola libera tutt3”, l’Arcigay Reggio: «L’affettività e la sessualità entrino in classe. Si educhi a essere consapevoli e sereni»

VIDEO | La principale associazione Lgbt italiana e la rete "Tocca a noi" contro risoluzione del deputato leghista Sasso che intende ostacolare l’introduzione di questo insegnamento. Presentato un manifesto politico

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di Anna Foti
25 settembre 2024
22:17

«L’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole è solo il primo passo verso la maturazione di generazioni più serene, consapevoli e in grado di vivere sessualità e affettività avendo come unico riferimento quel consenso che nasce solo dalla conoscenza. Tacciati di essere promotori di un’ideologia gender inesistente e di altre dicerie – dichiara Alice Malavenda, componente del direttivo Arcigay I due mari di Reggio Calabria noi abbiamo a cuore, invece, il benessere e la libertà di tutti. Per questo oggi sottolineiamo l’urgenza di questo intervento».
Scende in piazza anche a Reggio l’Arcigay che, a livello nazionale, unitamente alla rete Tocca a noi, ha promosso per la giornata odierna il sit-in "Scuola libera tutt3". L'iniziativa è nata per manifestare il dissenso contro la risoluzione, di cui primo firmatario è il deputato in quota Lega Rossano Sasso, approvata nelle scorse settimane a maggioranza dalla commissione Cultura della Camera e finalizzata a ostacolare l'introduzione dell’educazione sessuale e affettiva come materia di insegnamento nelle scuole.

L’Arcigay I Due mari di Reggio ha promosso un momento di riflessione in piazza Italia, in occasione di uno dei due sit-in organizzati in Calabria, dove ha risposto alla mobilitazione anche l’arcigay di Cosenza. Sono state in tutto 47 le città che hanno aderito. In riva allo Stretto hanno aderito, tra gli altri, Agedo, Non Una di meno, Udi, Anpi, circolo ReggioSud, sezione reggina Rosa Luxemburg di Sinistra Italiana.


Un’occasione per presentare il manifesto politico che richiama proposte da discutere e da concretizzare. Un’occasione per l’Arcigay in cui ribadire che non esiste una ideologia gender ma esiste invece l’urgenza di parlare anche e soprattutto a scuola di affettività e sessualità, di destrutturare dei tabù che pregiudicano una crescita serena e consapevole, di prevenire atti di bullismo, di body shaming e discriminazione e violenze tra i banchi scuola e, dopo, nel mondo adulto. Un impegno che si innesta nel cammino ancora lungo verso una società autenticamente libera e inclusiva.

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Giornalista
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