Scuole ancora chiuse a causa di allerta meteo che poi si sciolgono al sole d'ottobre

Nel corso della giornata di oggi l’allarme è stato declassato da arancione a giallo ma i sindaci avevano già emesso le ordinanze. Domani molti studenti ancora a casa per un nuovo avviso di maltempo. Comuni stretti tra due fuochi: il malcontento dei cittadini e il rispetto di un protocollo di sicurezza che non funziona

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di Enrico De Girolamo
4 ottobre 2018
16:33

Niente scuola, c’è allerta meteo arancione. Anzi no, contrordine, l’allerta è gialla. Troppo tardi, però, per tornare indietro e migliaia di studenti calabresi oggi sono rimasti a casa a smanettare su cellulari, tablet e console perché la loro scuola era chiusa.
Assume contorni sempre più paradossali la gestione dell’allerta meteo in Calabria, che vede un braccio di ferro in corso tra sindaci e Protezione civile.
Molti Comuni, gran parte dei quali nel catanzarese (almeno 50 su un totale di 80) hanno deciso di assecondare alla lettera i protocolli di sicurezza previsti in caso di maltempo, ordinando la chiusura degli istituti. Una posizione rigida che scaturisce dalle polemiche che si sono sviluppate all’indomani della tragedia del 20 agosto nelle Gole del Raganello, quando nel corso di un’allerta gialla morirono 10 persone travolte da un’ondata di piena. Per quei fatti sono oggi indagati, tra gli altri, i sindaci di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria.

 


Da allora, tutti i primi cittadini sono stati compatti nel chiedere, anche attraverso Anci Calabria, una riforma del sistema di allerta meteo, affinché venga modulato sui rischi reali, con previsioni più dettagliate e frequenti per le singole aree geografiche, e con protocolli di sicurezza diversificati per l’allerta gialla, che corrisponde a un avviso di ordinaria criticità metereologica pressoché quotidiano, e l’allerta arancione, che invece coincide con una vera e propria fase di preallarme e precede quella di allarme conclamato, l’allerta rossa. Richieste che sino ad oggi sono rimaste inevase, nonostante gli impegni assunti da Regione e Protezione civile nazionale.

 

Nel frattempo le scuole sono iniziate e i nodi più difficili da districare sono venuti al pettine. Uno di questi è proprio la chiusura delle scuole in caso di allerta meteo. Da qui la decisione di numerosi sindaci di seguire alla lettera quanto dispone il protocollo di sicurezza, emettendo le ordinanze anche con la volontà di sollevare in maniera clamorosa il problema. Per questo molti istituti sono chiusi da due giorni e lo saranno anche domani, visto che il nuovo bollettino diramato dalla Protezione civile regionale prevede per le prossime 24 ore un’altra allerta arancione.

 

Il paradosso che ha buttato nuova benzina sul fuoco delle polemiche è in una circostanza molto singolare: nel corso della giornata di oggi, giovedì 4 ottobre, l’allerta arancione, che era stata diramata con il solito anticipo il giorno prima e che aveva convinto i sindaci a lasciare le scuole chiuse, è stata declassata a gialla. In altre parole, quando tutti gli studenti erano già rimasti a casa, c’è stato un “ripensamento” meteorologico.

 

Una pacchia se sei un adolescente che vuole saltare l'interrogazione, molto meno se sei un genitore che conta su una routine consolidata per gestire bisogni e spostamenti della propria famiglia. Una vera e propria iattura, invece, per i sindaci, stretti tra due fuochi: il malcontento dei cittadini e il rispetto di regole che sembrano non funzionare affatto, salvo far ricadere sui Comuni le maggiori responsabilità.

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