Inchiesta Brooklyn

Sequestro ponte Morandi a Catanzaro, l’intercettazione shock: «Quella malta è una porcheria, qui casca tutto»

VIDEO | Avrebbero utilizzato materiali scadenti a causa di problemi finanziari delle società. In carcere due imprenditori lametini e un ispettore della Finanza indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio (ASCOLTA L'AUDIO)

di Luana  Costa
3 novembre 2021
10:24

Questa malta è una «porcheria». A dirlo è Silvio Baudi, ingegnere dell'Anas, progettista, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza per le opere di manutenzione straordinaria di ripristino del calcestruzzo e dei ferri d'armatura del viadotto Bisantis e dei muri della strada statale 280 di collegamento tra Catanzaro e Lamezia Terme. Il direttore dei lavori è uno dei sei indagati nell'ambito dell'operazione Brooklyn scattata questa mattina che ha portato all'arresto di quattro persone.

Le intercettazioni: «Casca tutto»

L'ingegnere dell'Anas - oggi colpito da una misura interdittiva per sei mesi per l'accusa di frode in pubblica fornitura - interlocuiva con Gaetano Curcio e con Eugenio Sgromo, rispettivamente direttore tecnico e titolare della Tank, ditta lametina a cui Anas aveva appaltato i lavori di manutenzione straordinaria delle due opere. E oggetto della discussione era la malta Azichem, definita appunto una «porcheria». Nell'ordinanza firmata questa mattina dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Paola Ciriaco, viene ricostruita l'intera conversazione: «La malta richiedeva speciali lavorazioni, in particolare la bocciardatura che tuttavia non veniva eseguita perché avrebbe comportato maggiori costi».


«Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l'abbiamo fatto... e casca tutto». È un passaggio, in cui parla il capo cantiere, delle intercettazioni agli atti dell'ordinanza dell'operazione Brooklyn- Dalle conversazioni registrate emerge l'impiego nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato.

«(Direttore tecnico): A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere...devo mettere quella porcheria di*** qui sui muri eh.., che c'hanno stoccato per Catanzaro nu...nu bilico...però vorrei evitare ste simbrascugli...(Rappresentante ditta fornitore): eh...fai...fai...fai...fai una figura di merda... perché quel prodotto non funziona. (Direttore tecnico): che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando **. Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cagare...(sorride). (Rappresentante ditta fornitore): eh....(Capo cantiere): oh Gaetà, è passato *** quest'altro fenomeno cà no. (Direttore tecnico) : eh...(Capo cantiere): e stasera misura, vabbé? L'aggiu pigghiate ma ha visto qui. Dove àmo spicconare hai visto?».

Problemi finanziari

Secondo la ricostruzione, Curcio e Sgromo avrebbero deciso di impiegare quella tipologia di malta a causa di problemi finanziari che avrebbero impedito l'acquisto della malta Basf. La circostanza sarebbe stata comunicata a Silvio Baudi, ingegnere dell'Anas che pur ammettendo che in altri casi l'utilizzo di quella malta aveva determinato guai acconsentiva all'utilizzo della stessa in contrasto con l'obbligo di controllare che l'esecuzione dei lavori fosse fatta a regola d'arte. «Io Azichem l'ho già utilizzata su una superficie pressocché liscia - spiegava il direttore di Anas - e ha fatto guai. Non so se è stata messa male ma ha fatto guai, si è staccato a fogli».

Prestanome

In carcere sono finiti, invece, i fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo, imprenditori lametini accusati in concorso con la propria dipendente Rosa Cavaliere di trasferimento fraudolento di beni e riciclaggio per averle intestato fittiziamento aggravata dalle modalità mafiose la titolarità della Tank allo scopo di eludere le misure di prevenzione patrimoniale. In particolare, Rosa Cavaliere diveniva titolare del 90% delle quote, nominata amministratore unico e a lei veniva successivamente ceduta il ramo aziendale dell'Eurostrade.

Il finanziere infedele

In carcere anche un ispettore della Guardia di Finanza, Michele Marinaro, accusato di corruzione in atti giudiziari poichè avrebbe messo a disposizione deigli Sgromo informazioni coperte da segreto istruttorio in cambio di utilità. Avrebbe ad esempio ottenuto un trattamento di favore in una nota concessionaria di auto di lusso per indirizzare l'esito delle investigazioni sui due imprenditori a loro vantaggio facendo riqualificare i reati da concorso esterno in associazione mafiosa a favoreggiamento.

Giornalista
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