SISTEMA SCIMONE | Metanizzazione a Reggio: risparmi, irregolarità e mancati controlli

I preoccupanti risultati della perizia disposta dai magistrati: ecco come le imprese hanno speso meno a scapito della qualità dei lavori
di Consolato Minniti
19 febbraio 2018
18:04

Tutti i reggini ricorderanno gli infiniti lavori relativi alla metanizzazione della città. Lavori che portarono a strade semi distrutte e continui rallentamenti. Un’opera sicuramente necessaria, ma che oggi, una perizia disposta dalla Procura dice essere stata fatta con «numerose irregolarità con riferimenti ai costi sostenuti per la realizzazione delle opere», così come per la «regolare esecuzione delle stesse» e la «conseguente indebita percezione dei contributi pubblici accordati dal ministero dello Sviluppo economico». È quanto si evince dalle carte dell’inchiesta “Martingala”, nella parte in cui si approfondisce la questione relativa alla Canale srl.

Le criticità nei lavori del metano

Stando a quanto riscontrato dai periti nominati dalla Procura, è emerso come vi sia stato un risparmio da parte della società concessionaria «a motivo della non corretta esecuzione dei lavori, sia in merito alle criticità rilevate in esito all’esame dei verbali di visita periodica di controllo, nonché dei verbali di collaudo delle opere, redatti dalla commissione di collaudo».


 

I periti hanno rilevato minori costi sostenuti dalle imprese per la realizzazione di opere in difformità rispetto a quanto previsto, sia nei contratto di concessione stipulato nel 1991 tra il Comune di Reggio Calabria e la società concessionaria, sia negli elaborati progettuali, per un ammontare che si va ad oltre 2,2 milioni di euro. Ma come si sono ottenuti tali risparmi?

 

Le ragioni inducono a riflettere: minore quota di affondamento; assenza sia di un corretto letto di sabbia, che di un corretto rinterro e rinfianco con sabbia per un’altezza pari a 20 centimetri sulla generatrice superiore; minori spessori di binder rispetto a quanto indicato in progetto e nelle voci; minori costi derivanti da condotta non realizzata. Questa criticità, sottolineano i periti, ha riguardato esclusivamente i lavori che avrebbero dovuto essere eseguiti dall’impresa Canale srl. Ma il collegio di periti ha anche rilevato come «nei collaudi effettuati sia al termine dei lavori previsti per il primo impianto, sia in quelli eseguiti al termine dei lavori di estensione primo stralcio» non siano state seguite le procedure previste dalla legge. In sostanza, la commissione collaudo non ha definito un piano di campionamento delle opere, seppur in esecuzione, al fine eventuale di dover procedere saggi successivi; non ha eseguito verifiche, anche solo documentali, della qualità dei materiali utilizzati; non ha eseguito misure granulometriche delle sabbie e delle terre utilizzate; non ha dato evidenza neppur di una attività minima di misurazione delle quote di affondamento delle tubazioni, delle distanze dai fabbricati, degli spessori di binder, della qualità dei conglomerati bituminosi».

 

Risultati che preoccupano non poco, considerata la particolare delicatezza della rete di metanizzazione cittadina. 

 

Consolato Minniti

Giornalista
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