L’inchiesta

Guerra di ’ndrangheta a Vibo tra Mancuso e Piscopisani: 14 arresti nel blitz della Dda di Catanzaro

VIDEO | Luce sugli omicidi di Michele Palumbo, Mario Longo, Massimo Stanganello e Davide Fortuna. Lo sconto per il controllo del territorio e le estorsioni nella prima decade degli anni 2000. In manette i mandanti dell'omicidio compiuto in spiaggia davanti ai bagnanti nel 2012

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di Giuseppe Baglivo
6 maggio 2024
09:13

La  Dda di Catanzaro, la squadra mobile di Vibo Valentia e i carabinieri, hanno fatto luce su quattro omicidi avvenuti nel Vibonese. Si tratta dei delitti di Mario Longo, ucciso l’1 aprile 2012 sulla strada per Triparni, dell’assicuratore Michele Palumbo, ucciso l’11 marzo 2010 nella sua villetta di Longobardi, di Davide Fortuna, freddato il 6 luglio 2012 in spiaggia a Vibo Marina e Massimo Stanganello di Vibo Marina il cui cadavere non è stato mai ritrovato. 

Si tratta di fatti di sangue attribuiti al clan dei Piscopisani e sui quali ha reso ampie dichiarazioni il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato. Raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere: Salvatore Vita, classe '75 di Vibo Marina; Francesco Alessandro D’Ascoli, classe '71, di Vibo Marina, Rosario Fiorillo (detto “Pulcino”), classe '89, di Piscopio, Michele Fiorillo, classe '86 di Piscopio, Rosario Battaglia (detto Sarino) classe '84. Ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per il boss Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, di Nicotera (che sta scontando l’ergastolo). Arrestati anche i fratelli Patania: Saverio, 48 anni Nazzareno, 51 anni, e Salvatore , 46 anni, di Stefanaconi; oltre a Stefano Farfaglia, 39 anni, residente a San Gregorio d’Ippona, e Angelo David, 39 anni, di Piscopio. Arrestati, infine, Francesco Alessandria (detto “Mustazzo”) di Sorianello e Antonio Staropoli, classe '76, di Vibo. Sono 14 complessivamente le persone coinvolte nell'inchiesta.


Indagati a piede libero: Pasquale Bellocchio, classe '64; Giuseppe Comito, classe '75; Nicola Figliuzzi, classe '90, collaboratore di giustizia; Francesco La Bella, classe '73; Elio Miriello, classe '45; Raffaele Moscato, classe '86, collaboratore di giustizia; Michele Russo, classe '37; Rosario Runco, classe'67; Giuseppe Patania, classe '80.

La guerra di ’Ndrangheta tra i Mancuso-Patania e i Piscopisani

La misura cautelare scaturisce da due distinte attività investigative, condotte, rispettivamente, dai Carabinieri e dalla Polizia, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, poi riunite in un'unica indagine. I fatti riguardano, oltre che alcune vicende estorsive, un caso di lupara bianca risalente all’anno 2008 e tre omicidi commessi a cavallo tra il 2010 e il 2013, negli anni della cruenta guerra di ’Ndrangheta che ha visto contrapposti, da un lato, i clan Mancuso e Patania e dall’altro, le cosche alleate dei Tripodi e dei Piscopisani. 

Le estorsioni a Vibo Marina

Le inchieste si sono sviluppate mediante l’analisi e la messa a sistema delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia rese nel tempo, confrontate con le evidenze investigative emerse in precedenti vicende giudiziarie relative all’operatività, nelle zone marine della città di Vibo Valentia, di un’organizzazione criminale di tipo ‘ndranghetistico, con la ricostruzione dei ruoli dei presunti associati, nonché i vari ambiti di operatività e le diverse attività illecite ed in particolare la gestione delle attività estorsive commesse in danno ad imprenditori nel periodo compreso nella prima decade degli anni 2000.

Attraverso intercettazioni, analisi dei tabulati telefonici e del traffico delle celle, servizi di osservazione sul territorio, dichiarazioni dei pentiti, è stata ricostruita a livello indiziario e cautelare, la dinamica e la causale dei quattro omicidi.

La lupara bianca di Massimo Stanganello

In particolare, relativamente alla scomparsa per lupara bianca di Massimo Stanganello, avvenuto nel 2008 è stato ricostruito il movente, maturato nel contesto della consorteria di ‘ndrangheta dei Piscopisani, e sono stati interessati dalla misura cautelare i presunti esecutori materiali.  

Nell’ambito della indagine sono state ricostruite tre vicende omicidiarie maturate nell’ambito dei contrasti tra i cosiddetti Piscopisani e i Tripodi e il clan riconducibile a Pantaleone Mancuso, 63 anni, alias “Scarpuni”, con riferimento al controllo criminale dell’area di Vibo Marina. 

I delitti di Michele Palumbo e Mario Longo

In particolare, è stata ricostruita, sul piano indiziario, la causale, con riguardo all’omicidio di Michele Palumbo, vittima di un agguato compiuto sotto casa alle porte di Vibo Marina nel 2010, in quanto ritenuto il riferimento di “Scarpuni” e, quindi, un freno alle mire espansionistiche del gruppo criminale dei Piscopisani e dei Tripodi, e con riguardo all’omicidio di Mario Longo, assassinato a Portosalvo (frazione di Vibo) nel 2012, in quanto considerato dal gruppo criminale dei Piscopisani, un informatore dei Patania e un confidente delle forze dell’ordine.

Omicidio in spiaggia del 2012 deciso dai Patania e da Scarpuni

Infine, con riguardo all’omicidio di Davide Fortuna, ritenuto organico agli stessi Piscopisani, ucciso in spiaggia nel luglio del 2012 davanti ai bagnanti, e per il quali erano già stati individuati gli autori materiali, da un gruppo di fuoco assoldato dal clan Patania di Stefanaconi, sono stati arrestati i presunti mandanti e organizzatori riconducibili ai Patania di Stefanaconi e al clan riferibile a Pantaleone “Scarpuni” Mancuso.

Giornalista
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