Il processo

Six Towns, annullata l’assoluzione di Marrazzo per l’omicidio Ionà. Nuovo giudizio anche per Sabatino

La Cassazione rimanda indietro le due posizioni più importanti, annullando le assoluzioni per associazione mafiosa e per il delitto commesso nel 1999 a Belvedere Spinello

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di Antonio Alizzi
24 settembre 2022
11:48

La Cassazione, nella notte del 23 settembre 2022, ha emesso la sentenza definitiva del processo Six Towns, rito abbreviato, nei confronti di una presunta associazione mafiosa operante tra le province di Crotone e Cosenza, capeggiata - a dire della Dda di Catanzaro - dalla famiglia Marrazzo. Non sono mancati i colpi di scena. Infatti, gli ermellini hanno annullato con rinvio, su richiesta della procura generale, l’assoluzione per 416 bis (in qualità di promotore) di Sabatino Domenico Marrazzo, innocente per i giudici di secondo grado della Corte d’Appello di Catanzaro, ma colpevole per il gup Distrettuale, avendogli inflitto 8 anni di carcere nel primo giudizio di merito.

Ancora più rilevante l’annullamento con rinvio per Agostino Marrazzo, accusato dell’omicidio di Francesco Ionà, consumatosi nel 1999 a Belvedere Spinello, in provincia di Crotone. In primo grado l’imputato aveva subito la condanna all’ergastolo, poi annullata in appello. Servirà anche per lui un nuovo processo di secondo grado. Ma è stata confermata la condanna a 10 anni per associazione mafiosa.


Il terzo annullamento con rinvio riguarda, invece, la posizione di Saverio Gallo, che in appello aveva avuto 7 anni e 2 mesi di carcere per traffico di sostanze stupefacenti (art. 74 e 73). In questo caso la Cassazione ha condiviso il ricorso presentato dall’avvocato Tiziano Saporito.

Anche per Francesco Rocca, che in secondo grado aveva subito una condanna a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa, in quanto promotore della ‘ndrina costituita a San Giovanni in Fiore, come gruppo riconducibile sempre ai Marrazzo, sarà necessario un secondo giudizio di merito. Il reclamo avanzato dagli avvocati Luca Acciardi e Alfredo Gaito ha colto nel segno.

Rigettate, infine, quasi tutte le altre condanne, come nel caso di Pasquale Torromino (7 anni), Salvatore De Marco (8 anni), Giovanni Spadafora (10 anni e 4 mesi), Giovanni Madia (9 anni e 2 mesi), Ilario Spina Iaconis (6 anni e 8 mesi), Vittorio Spadafora (collaboratore di giustizia, 3 anni e 8 mesi), Saverio Bitonti (11 anni e 6 mesi), Giovanni Marrazzo (10 anni), Antonio Blaconà (8 anni e 10 mesi), Luigi Bitonti (2 anni e 4 mesi), Ignazio Bozzaotra (1 anno e 4 mesi), Domenico Bitonti (1 anno e 4 mesi).

Infine la posizione del pentito Francesco Oliverio, è stata annullata dalla Cassazione con rinvio per nuovo giudizio innanzi alla Corte di Assise di Appello di Catanzaro e che quindi ad oggi non dovrà scontare (contrariamente a quanto si legge) la pena di anni 16 e mesi 2 di reclusione (pena, tra l'altro, comprensiva di anni 4 di reclusione per la riconosciuta continuazione con altra sentenza definitiva ed irrevocabile ove il Collaboratore di Giustizia era stato già giudicato con separato giudizio per il reato associativo ex art. 416 bis c.p). Oliverio è difeso dall’avvocato Maria Karen Garrini.

In definitiva, la sentenza con il rito abbreviato certifica due cose: l’esistenza dei sodalizi mafiosi a Castelsilano e zone limitrofi, in provincia di Crotone, e San Giovanni in Fiore, “capoluogo” della Sila cosentina. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Giorgia Greco, Aldo Truncè, Luigi Colacino, Pietro Pitari, Mario Nigro, Gregorio Viscomi e Salvatore Iannotta.

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