FOTO | Centinaia di cittadini all’evento organizzato a Crosia dal Coordinamento Solidale Alto Ionio – Palestina Libera. Tanti i sindaci del territorio presenti. La deputata Baldino: «Basta, le mani sporche di sangue sono le nostre»
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«Crosia diventa "voce" e "portavoce" di una manifestazione di denuncia e di protesta, grazie alla solidarietà di tanti altri Comuni e cittadini semplici. Perché nessuno può esonerarsi dal ribellarsi ad una tale crudeltà e ad una palese ingiustizia perpetrata da chi oggi si sente padrone delle vite e delle terre altrui, e compie questo delirio con assoluta barbarie». Con questo spirito è nata “Tutti giù per terra – in solidarietà con il popolo palestinese”, manifestazione organizzata ieri sera a Mirto Crosia, basso ionio cosentino, contro il genocidio che si sta perpetrando quotidianamente nella Striscia di Gaza, in Palestina.
All’iniziativa promossa dal Coordinamento Solidale Alto Ionio – Palestina Libera, nato dal basso e ispirato al movimento Jasmine Crosia, attivo da oltre 15 anni, hanno aderito alcune centinaia di cittadini, provenienti da tutto il circondario e tanti amministratori.
La manifestazione ha avuto inizio in piazza Dante a Mirto, con il raduno dei partecipanti ed un flashmob in cui tutti si sono distesi per terra per un momento di profonda riflessione.
Il corteo ha poi raggiunto il Palazzo di Città. E mentre veniva issato lo striscione “Stop genocide” sulla parete del municipio, nello spiazzo antistante sono intervenuti alcuni organizzatori e la sindaca di Crosia, Maria Teresa Aiello.
C’erano tra gli altri Flavio Stasi (primo cittadino di Corigliano Rossano), Antonello Edoardo Giudiceandrea (sindaco di Calopezzati – il primo comune del territorio ad approvare una delibera consiliare per chiedere lo stop della guerra), Domenico Baldino (sindaco di Paludi), Agostino Chiarello (sindaco di Campana), Giovanni Pirillo (sindaco di Longobucco). C’era anche la deputata del Movimento cinque stelle, Vittoria Baldino. Tanti gli amministratori comunali, assessori, consiglieri comunali da tutto il territorio, ma anche tanta gente comune che ha voluto scendere in piazza per dire «basta».
Aiello: «Non possiamo voltarci dall’altra parte»
«Da Crosia – ha detto il primo cittadino, Maria Teresa Aiello – è partito un messaggio: non possiamo restare zitti, non possiamo voltarci dall'altro lato. Abbiamo l'obbligo morale di riconoscere che la vita, di chi la vita la sta perdendo, equivale esattamente alla vita di ciascuno di noi. Un messaggio che spero vivamente arrivi dove deve arrivare, grazie a mobilitazioni come queste e quelle nazionali: Stop al genocidio».
Viola: «Milioni di voci possono fermare il genocidio»
«Io sono qui – ha detto Evelina Viola, del Coordinamento solidale Alto Ionio - Palestina libera – perché non riuscivo più a stare in silenzio. Sentivo addosso il peso dell'impotenza, del dolore e della rabbia che sono sentimenti comuni a tutti noi qui in piazza. Dire no a un genocidio anche da lontano, anche da qui, da Crosia, è un atto di responsabilità: siamo qui perché non vogliamo più guardare dall'altra parte, perché crediamo che milioni di voci possano fermare anche le armi più feroci».
Evelina Viola ha poi ringraziato i c comuni di Crosia, che ha patrocinato la manifestazione, coadiuvandone l’organizzazione e gli altri comuni che hanno aderito: Aiello Calabro, Bocchigliero, Calopezzati, Campana, Corigliano Rossano, Cosenza, Cropalati, Longobucco, Luzzi, Paludi, Vaccarizzo, Terravecchiaterra, molti dei quali «hanno adottato delibere per esprimere ferma condanna all'attacco contro la popolazione civile, chiedendo ufficialmente alle istituzioni nazionali e internazionali di adoperarsi per il cessate il fuoco immediato».
Stasi: «La civiltà si accorgerà troppo tardi di quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza»
A margine della manifestazione Flavio Stasi ha sottolineato come le istituzioni, quelle più vicine ai cittadini, debbano dare un segnale forte. «È il momento di non girarci dall’altra parte, corriamo il rischio che la civiltà si accorgerà troppo tardi di quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza. Noi siamo qui oggi per dire stop al genocidio ma anche perché siamo ben consci di cosa stia accadendo in quelle terre e dobbiamo gridarlo ad alta voce».
Giudiceandrea: «Abbiamo invitato il governo a non inviare più armi in Israele»
«Vedere una partecipazione così intensa è un richiamo all'umanità, non è una questione di colore politico, ma di dire che non è giusto che vengano massacrati come in una tonnara 20.000 bambini» ha sottolineato il sindaco di Calopezzati, Antonello Edoardo Giudiceandrea. «Il nostro consiglio comunale – ha ricordato – ha dato mandato al sindaco di scrivere al governo, al presidente del consiglio e al ministro degli esteri di non fornire più armi agli israeliani, perché quelle armi vengono utilizzate per compiere un genocidio».
Baldino: «Le mani sporche di sangue sono le nostre, basta»
«Gli esseri umani sono tutti uguali – ha commentato Vittoria Baldino – a Roma, in Calabria, Gaza, ovunque. Se qualcuno vuole farci credere che ci siano esseri umani di serie A di serie B, noi siamo qui per dire che invece tutte le vite devono essere tutelate e su questo genocidio si sta tacendo troppo. È vero che le nostre mani sono sporche di sangue, perché quelle bombe sono le nostre, i soldi che le comprano sono i nostri, quei bambini sono i nostri bambini: dobbiamo essere tutti uniti, tutti i giorni, per dire basta a questo genocidio».