Terme Luigiane ancora chiuse, a rischio il futuro di 250 dipendenti

VIDEO | I consiglieri di opposizione dei Comuni di Acquappesa e Guadia Piemontese hanno sottoscritto un documento per chiedere l'immediata riapertura del parco termale e scongiurare possibili licenziamenti 

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di Francesca  Lagatta
1 luglio 2020
17:43

Il parco termale delle Terme Luigiane, che sorge sui Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, è uno dei luoghi più belli e rinomati della Calabria. Dalle sorgenti, di proprietà della Regione Calabria, sgorgano acque solfuree considerate tra le più curative d'Europa e ogni anno, dalla primavera fino all'autunno inoltrato, sono migliaia le persone che scelgono il parco termale come meta per le proprie vacanze. Ma quest'anno le Terme Luigiane sono ancora chiuse al pubblico e i consiglieri di minoranza dei due Comuni reputano tale situazione inaccettabile. Per questo hanno formalmente chiesto l'intervento del prefetto Cinzia Guercio.

L'apertura prevista per agosto

Come comunicato nei giorni scorsi dalla Sa.te.ca., la società che gestisce l'intero compendio, il paco termale riaprirà agli inizi di agosto, decisione questa che secondo i consiglieri comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese, creerebbe gravi danni economici all'intero territorio. Il motivo sarebbe dovuto a una riduzione del 20% del budget annuale da parte della Regione Calabria, che non consentirebbe, nell'immediato, di attuare le misure anticovid. Oltretutto, i ritardi e le conseguenti perdite potrebbero generare licenziamenti tra i 250 dipendenti.


Il documento dei consiglieri

I consiglieri Mauro Avolio, Sandra Ricco, Antonio Sacco, Gianfranco Capua, Andrea Muglia, Antonio Carnevale, Antonella D’Angelis, Agostino Treviso, hanno quindi prodotto un documento, per richiedere urgentemente «un tavolo di concertazione per l’apertura degli stabilimenti Termali», indirizzandolo al Prefetto di Cosenza, al presidente della Regione Calabria, all'assessore alle attività produttive della Regione Calabria, alla Sa.te.ca. e ai sindaci dei due Comuni coinvolti, Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti.

«Preoccupati per i dipendenti»

«Esprimiamo totale e incondizionata solidarietà a tutti i lavoratori che hanno sempre prestato la propria opera nella stazione termale e che oggi vivono una situazione di estrema incertezza in relazione ai propri posti di lavoro che, seppure a termine, hanno garantito, da sempre, un valido sostegno alle loro famiglie». Poi i consiglieri scrivono: «Fermo restando le gravi conseguenze che la situazione di emergenza sanitaria dovuta al coronavirus ha inevitabilmente creato in tutti i settori dell’economia nazionale e, in particolare, ell’unica fonte di economia della nostra Regione e dei nostri Comuni - si legge ancora nella missiva - non possiamo esimerci dallo stigmatizzare il ritardo con cui le due amministrazioni comunali si sono mosse e, soprattutto, il metodo con cui si sono mosse».

L'inerzia dei Comuni

«Sarebbe stato auspicabile - affermano, inoltre, i consiglieri - programmare, già da tempo, facendo prevalere il senso di responsabilità e l’interesse delle popolazioni amministrate, un tavolo di concertazione tra i Comuni, la Società attualmente gestore delle acque termali ed i lavoratori. Tale programmazione, purtroppo, non è avvenuta creando non poche preoccupazioni nelle maestranze, negli esercenti le attività turistiche collegate e, soprattutto, nella larghissima fascia di utenza che storicamente si reca alle Terme Luigiane per usufruire delle cure termali».

Lo scaricabarile

Secondo gli esponenti delle opposizioni, «le amministrazioni comunali e l’attuale gestore continuano, ancora, ad addebitarsi reciproche colpe ed inadempienze in una battaglia che, nel preciso momento storico, porterà ad un unico sconfitto: l’economia di un intero territorio». Di qui l'appello al Prefetto affinché «si attivi rapidamente ad istituire un tavolo permanente e  comune di lavoro al quale dovranno partecipare tutte le parti interessate».

Capua: «Siamo preoccupati»

«Siamo preoccupati per questa situazione che si è venuta a creare», ha detto ai nostri microfoni Gianfranco Capua, capogruppo di minoranza al Comune di Guardia Piemontese. «Ieri c'è stata una riunione tra la proprietà, i lavoratori e sindacati e si è deciso di dare inizio alle attività il prossimo 3 agosto. Così facendo salterebbe parte della stagione termale, con conseguenze gravi per l'indotto economico dell'intero territorio».

Il cronoprogramma e il bando mai indetto

L'incontro con il prefetto avrebbe anche l'obiettivo di chiarire un altro aspetto della vicenda, che si trascina ormai da tempo. «Il precedente prefetto, aveva studiato insieme alle parti un cronoprogramma per individuare il nuovo gestore del parco termale, perché il contratto sottoscritto con la Sa.te.ca. è giunto a scadenza». O meglio, è giunta a scadenza la proroga del contratto, concessa nel 2018 per salvaguardare le attività termali e i posti di lavoro, dopo una lunga battaglia. I due Comuni, Acquappesa e Guardia Piemontese, sub concessionari della acque termali, avrebbero già dovuto indire un bando per l'affidamento della concessione, ma ad oggi non risulta pubblicato. «Ci rivolgiamo anche alla presidente Jole Santelli, che conosce bene il valore di questo posto. E' fondamentale - dice Capua - aprire un nuovo percorso che porti le Terme Luigiane ai livelli che meritano».

«Naspi per i lavoratori»

«Voglio aggiungere - conclude il capogruppo di minoranza di Guardia Piemontese -, che per evitare licenziamenti, chiediamo alla Sa.te.ca di effettuare un turn over sui dipendenti», cioè una turnazione, in maniera tale da «consentire a tutti di usufruire - nei mesi di chiusura degli stabilimenti - della Naspi», (Nuova assicurazione sociale per l'impiego, ex indennità di disoccupazione, ndr).

«Chiediamo di essere ascoltati»

«Come gruppi di minoranza dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese - dice invece Sandra Ricco, consigliera di minoranza di Acquappesa - rappresentiamo oltre il 50% della popolazione» (ad Acquappesa la vittoria del sindaco Tripicchio sugli avversari l'hanno sancita soltanto 11 voti, mentre a Guardia Piemontese, di recente, due esponenti della maggioranza sono passati all'opposizione, ndr). Chiediamo quindi la riapertura immediata degli stabilimenti termali e la risoluzione definitiva a questa annosa questione». Poi continua: «Vogliamo porre fine all'inerzia del Comuni e chiediamo di partecipare al tavolo di concertazione».

Ricco: «L'incontro con Orsomarso appreso dalla stampa»

La consigliera Ricco aggiunge: «Abbiamo saputo qualche ora fa che domani i sindaci incontreranno l'Assessore alle Attività Produttive della Regione Calabria, Fausto Orsomarso, ma l'abbiamo appreso dalla stampa». Nessuno li ha informati né invitati. «Chiediamo di partecipare anche noi all'incontro - ha concluso - perché rappresentiamo una grossa fetta di popolazione».

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