Terremoto all'Anas: arrestato anche l'ex sottosegretario Gigi Meduri NOMI

Una nuova inchiesta travolge l'Anas. L'operazione ha portato la Guardia di Finanza in undici regioni. Tra i fermati anche l'ex sottosegretario Gigi Meduri poi assolto con sentenza del 2019

di Redazione
22 ottobre 2015
09:03

Arriva in Calabria l'inchiesta sugli appalti dell'Anas. L'operazione è scattata stamani, con un blitz della Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma, che hanno fermato dieci persone su richiesta del gip della capitale. Sono in corso oltre 90 le perquisizioni effettuate in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo.

Sono complessivamente 31 le persone indagate, nell’operazione denominata ‘Dama Nera’, che ha consentito di disarticolare una vera e propria cellula criminale, costituita da dirigenti e funzionari “corrotti” di ANAS SPA i quali - abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto nell’ambito della predetta azienda pubblica - sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale.


In manette, per i reati di associazione per delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio, sono finiti 5 funzionari e dirigenti dell'Anas, della direzione centrale di Roma, tre imprenditori titolari di aziende appaltatrici, un avvocato, e un politico, il già sottosegretario alle infrastrutture Gigi Meduri:

1. Accroglianò Antonella – cl. 1961 – carcere;
2. De Grossi Oreste – cl. 1956 – carcere;
3. Lagrotteria Sergio Serafino – cl. 1967 – carcere;
4. Parlato Giovanni – cl. 1967 – carcere;
5. Ferrante Antonino – cl. 1961 – carcere;
6. Battaglia Eugenio – cl. 1962 – domiciliare;
7. Bosco Lo Giudice Concetto Albino – cl. 1963 – domiciliare;
8. Costanzo Francesco Domenico – cl. 1962 – domiciliare;
9. Meduri Luigi Giuseppe – cl. 1942 – domiciliare;
10. Vidoni Giuliano – cl. 1945 – domiciliare.

Il ruolo di Antonella Accroglianò. Figura centrale è risultata quella della Dirigente Responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di ANAS SPA, di origini calabresi, vero e proprio deus ex machina all’interno del sodalizio, che ha visto la fattiva compartecipazione di ulteriori dirigenti dell’azienda pubblica, di Oreste De Grossi (Dirigente Responsabile del Servizio Incarichi Tecnici della Condirezione Generale Tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (Dirigente Area Progettazione e Nuove Costruzioni) nonché di funzionari “di rango minore”, quali Giovanni Parlato e Antonino Ferrante, tutti oggi destinatari di provvedimento restrittivo.

Evidenti ed inequivocabili i principi ‘immorali’ che ispirano la Accroglianò nello svolgimento del suo incarico dirigenziale. Le conversazioni captate hanno consentito di far emergere come nel gruppo valesse la regola per la quale “...se viaggi da solo non fai niente... chi ha cercato di viaggiare da solo, poi l'hanno azzoppato… perché, poi, alla fine, non ti riconoscono più...”: in altre parole, trattavasi di un vero e proprio “sistema” criminogeno, specializzato e consolidato da anni.

La condotta illecita posta in essere si è concretizzata nello sblocco di contenziosi in essere con l’ANAS, nella velocizzazione delle pratiche inerenti i relativi pagamenti, nella disapplicazione di penali ed, ancora, nel favorire l’ottenimento di fondi illecitamente maggiorati. In altri termini, le investigazioni esperite hanno consentito di accertare come i predetti dipendenti pubblici si siano esclusivamente occupati di curare e favorire l’interesse particolare di imprenditori con cui, per ragioni d’ufficio, si interfacciavano, a completo discapito dell’interesse generale, riguardante la corretta edificazione di opere pubbliche strategiche per la collettività.

È stato ampiamente documentato come i dipendenti dell’Azienda abbiano ottenuto provviste corruttive in danaro ovvero richiesto l’assunzione di persone “a loro vicine” e/o l’affidamento di lavori in sub appalto a soggetti agli stessi riferibili. Meritevole di menzione è il linguaggio criptico utilizzato nel descrivere le dazioni di denaro, definite alternativamente “libri”, “topolini” o “medicinali/antinfiammatori”.
Gli autori degli episodi di corruzione, nei confronti dei nominati pubblici ufficiali, sono stati identificati in: Concetto Albino Bosco Lo Giudice e Francesco Domenico Costanzo, noti imprenditori di origini catanesi, oggi destinatari di provvedimento restrittivo, a cui sono riferibili le società di rilievo nazionale Tecnis Spa e Cogip Infrastrutture Spa, entrambe con sede legale a Tremestieri Etneo (CT).

L’oscuro 'faccendiere' Luigi Meduri. Pienamente coinvolto nell’illecito rapporto di corruttela è risultato il politico Luigi Giuseppe Meduri, anch’egli oggi tratto in arresto, già Presidente della Regione Calabria, dal gennaio 1999 all’aprile 2000, Deputato nella XIV legislatura (Margherita Ulivo) e, dal maggio 2006 al maggio 2008, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture (Governo Prodi), oscuro faccendiere che, da un lato, ha sostenuto le illecite richieste degli imprenditori Bosco Lo Giudice e Costanzo, dall’altro, si è interessato per la corresponsione di indebite provviste di denaro da parte di questi ultimi in favore dei dipendenti pubblici investigati ed ha, altresì, richiesto all’Accroglianò l’assunzione e/o la riconferma dell’impiego presso ANAS SPA di due geometri di suo diretto interesse.
In sintesi, è emerso come l’appalto incriminato fosse quello da 145 mlioni riferito alla progettazione e l’esecuzione della Variante di Morbegno, dallo svincolo di Fuentes allo svincolo del Tartano; un appalto vinto da due imprenditori che, tramite Meduri avrebbero chiesto all'Anas, e dunque alla Accroglianò, l'autorizzazione alla cessione di un ramo d'azienda. Per l’espletamento di tali “pratiche”, sono stati documentati plurimi episodi di corruzione, concretizzatisi in 6 dazioni di denaro, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, per un totale pari ad almeno €150mila euro.

Tra corruzione e voti di scambio. Ulteriore episodio corruttivo accertato ha riguardato l’esproprio di un terreno da parte di ANAS SPA, in relazione al quale è stata documentata la corresponsione di una provvista corruttiva, per un importo pari a 50mila euro, materialmente effettuata da parte del legale catanzarese Avv. Eugenio Battaglia, oggi destinatario di provvedimento restrittivo, per conto dei proprietari del cespite, identificati nei fratelli Giuseppe e Saverio Silvagni, anch’essi di origini calabresi ma da tempo dimoranti a Roma, destinatari di avviso di garanzia.

Sempre nel corso delle indagini, è stato altresì individuato un gravissimo episodio, è stato rilevato, infatti, come la Accroglianò avesse “consigliato” ai titolari di un’azienda, aggiudicataria di un appalto pubblico in Calabria, di subappaltare alcune opere a ditte facenti capo ad imprenditori già noti alle cronache giudiziarie per contiguità alla criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetista, i quali avrebbero garantito la necessaria sicurezza in un territorio ad alta densità mafiosa.

In particolare , nei rapporti corruttivi con la De Sanctis spa, in ordine alla realizzazione di opere pubbliche nel comune di Palizzi (RC), non solo richiedeva l’assunzione di operai/geometri, ma esercitava inequivoche pressioni affinché la fornitura del calcestruzzo ovvero il movimento terra - attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche di ‘ndrangheta in quei territori - venisse affidato a persona di fiducia della Accroglianò stessa, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni nella zona di competenza.

Da ultimo, ad aggravare ulteriormente il già fosco quadro indiziario, è emerso un chiaro episodio di voto di scambio, concernente la promessa di assunzione lavorativa in ANAS S.p.a. ovvero in società collegate, effettuata dalla donna in favore di un soggetto calabrese, in cambio del sostegno elettorale fornito al fratello, candidato (non eletto) alle elezioni regionali in Calabria dello scorso Novembre 2014.

Aggiornamento del 19 novembre - Riceviamo e pubblichiamo la nota dei legali di Gigi Meduri in merito alla posizione dell'ex sottosegretario.

«L’On.le Luigi Giuseppe Meduri è stato coinvolto in un procedimento penale nel cui ambito è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari come da Voi
rappresentato nell’articolo sopraindicato. Tuttavia, le accuse poste a carico del mio assistito si sono rilevate infondate e per questo, in data 13 novembre 2018, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma – Dott. Ezio Domizia - a seguito di rito abbreviato, ha emesso sentenza di assoluzione divenuta irrevocabile in data 11 giugno 2019».

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