Tirreno cosentino, ore d'ansia per le sorti delle Terme Luigiane e 250 operai

L'enorme parco termale, che sorge sull'area di due Comuni del Tirreno cosentino, ha cessato ogni attività lo scorso 31 dicembre. Ora la Regione Calabria prova a salvarlo

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di Francesca  Lagatta
18 gennaio 2019
15:53

Fra tre giorni è prevista la consegna delle chiavi da parte della Sa.te.ca. S.p.a., la società che da decenni gestisce in sub-concessione le acque termali del parco. La proroga gestionale è scaduta il 31 dicembre scorso, termine entro il quale i concessionari, i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, avrebbero dovuto dare seguito alla trasformazione della concessione da perpetua a temporanea, com'è scritto nella delibera regionale del 2015. E' infatti la Regione Calabria la titolare della zona mineraria e pertanto disciplina le modalità di rilascio delle concessioni, nonché le forme di gestione.

250 lavoratori a casa

Ma l'iter del progetto di sviluppo presentato alla Regione Calabria che prevedeva un investimento di 44.521.000 milioni di euro, nonostante le integrazioni richieste, ha subìto enormi ritardi e ad oggi la situazione è in fase di stallo. Fatto sta che i 250 lavoratori del complesso termale alla fine dell'anno sono stati tutti licenziati e al momento la consueta riapertura di marzo (la struttura turistica apre annualmente da marzo a dicembre) resta un miraggio.


Il tentativo di salvezza

La chiusura del parco termale, che ogni anno attira migliaia di pazienti e visitatori, avrebbe conseguenze devastanti per l'economia locale, non solo per i 250 dipendenti (di cui solo una piccola parte a tempo indeterminato) ma anche per gli esercizi commerciali ad esso collegati. Andrebbero in fumo, inoltre, più di 70 anni di storia e tradizione.

Così, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione, lo scorso 14 gennaio i lavoratori hanno chiesto e ottenuto un incontro in Regione per concordare le procedure per il rinnovo delle concessioni. La riunione è avvenuta alla presenza dei rappresentanti dei due Comuni coinvolti, del consigliere regionale Giuseppe Aieta, dell'Ing. Leone Pangallo e del rappresentante sindacale della Cisl, Gerardo Calabria. Assenti i vertici della Sa.te.ca. s.p.a.


Nel corso del colloquio tenutosi nelle aule del Dipartimento Sviluppo Economico - Attività Produttive è stato deciso che, 
nell'intento di salvaguardare l'interesse pubblico e le norme vigenti, «i Comuni proporranno alla Regione Calabria un crono programma comprendente tutte le fasi - ambientale, economico e finanziario - [...] attraverso una attenta analisi». In altre parole, I Comuni stileranno un piano che dimostri l'effettivo sviluppo economico del parco termale con un basso impatto ambientale e l'esistenza dei fondi di investimento. 


Ed inoltre,
la Regione Calabria, al fine di garantire lo sfruttamento e le proprietà delle acque termali e minerali, la continuità delle attività imprenditoriali, il mantenimento dei livelli di occupazione e garantire la continuità delle prestazioni sanitarie, propone ai Comuni di prorogare l'esistente rapporto con la società S.A.TE.CA. e di prorogare quindi la concessione per altri 24 mesi o fino al subentro del nuovo contraente, e quindi di una nuova società.

La società sub-concessionaria accetterà la proposta? 

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