La decisione del Csm

Da trasferire fuori dalla Calabria i giudici civili Scuteri e Perri: “pagano” la cena a casa di Pittelli

Il Plenum del Consiglio superiore della magistratura sm ha disposto il provvedimento previsto dall'art. 2 per i due magistrati in servizio presso la Corte d'Appello di Catanzaro

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di Antonio Alizzi
23 novembre 2022
17:17

Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso di trasferire i giudici della Corte d'Appello di Catanzaro, Pietro Scuteri e Giuseppe Perri, per incompatibilità ambientale, a seguito della cena del 16 marzo 2018 a casa dell'avvocato di Catanzaro, Giancarlo Pittelli, ex deputato e oggi uno dei principali imputati del processo "Rinascita Scott". La prima commissione, dopo il ritorno della pratica per un approfondimento istruttorio, aveva deliberato con tre voti a favore - Di Matteo, Chinaglia e Benedetti - di spostare ad altra sede i due magistrati, fino a ieri in servizio presso la sezione civile della Corte d'Appello di Catanzaro.

Nel corso della discussione il relatore della pratica, il prof. Alberto Maria Benedetti, ha evidenziato i passaggi cruciali della delibera, rilevando come la questione non fosse tanto la cena, ma il prima e il dopo, ovvero l'effetto amplificatore di quel momento conviviale tra i presenti.


Di Matteo e Chinaglia hanno sostenuto il trasferimento, così come la consigliere togata Miccichè. L'unico che si è opposto al trasferimento dei due giudici Perri e Scuteri, è stato il consigliere laico Alessio Lanzi, che alla fine si è astenuto. «Nella delibera ci sono suggestioni rispetto ai fatti, in quanto Perri e Scuteri non sapevano affatto che Pittelli fosse indagato per associazione mafiosa, era una cena tra amici, non tra massoni o ‘ndranghetisti: non era una situazione cognita da parte dei due giudici». E ancora: «Se ci può essere un rapporto d’amicizia tra giudici e pubblici ministeri, perché non ci può essere un’amicizia tra avvocati e magistrati?» ha chiosato Lanzi.

Di Matteo, dal canto suo, ha rimarcato il fatto che la presunta incompatibilità ambientale è da intendersi su tutto il territorio regionale, compreso il Distretto giudiziario di Reggio Calabria. Il Plenum, con 17 voti a favore e 6 astenuti ciascuno, ha deliberato quanto in oggetto.  

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