Il caso

Tropea, tagliati i fondi alla casa di riposo Don Mottola: a rischio gli anziani che non riescono a pagare la retta

VIDEO | La convenzione con la Regione Calabria è scaduta il 31 dicembre scorso, per rinnovarla serve una nuova gara d'appalto. Una ventina dei 50 ospiti della struttura potrebbero essere costretti a lasciarla 

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di Cristina Iannuzzi
1 febbraio 2024
17:10

Il distretto socio-assistenziale vibonese numero 3, che comprende 16 Comuni e vede come capofila quello di Spilinga, ha tagliato i fondi destinati alla casa di riposo Don Mottola di Tropea, dove risiedono circa 50 anziani. Il motivo del taglio? La convenzione con la Regione Calabria è scaduta il 31 dicembre scorso. Per rinnovarla serve una nuova gara d’appalto. Nelle more della procedura, però, a farne le spese sono gli ospiti della struttura residenziale, i cui familiari dovranno farsi carico della retta per intero. Canone che dal 1° maggio del 2023, data di accreditamento della “Don Mottola” con la Regione Calabria, è aumentata a 1.550 euro mensili per le stanze doppie e 2.000 per le stanze singole. Una cifra alta ma giustificata dai costi maggiori determinati dall’incremento degli standard qualitativi e assistenziali (impiego di più personale) che la struttura ha dovuto conseguire proprio per ottenere l’accreditamento da parte della Regione.

Ora a rischio ci sarebbero una ventina di anziani, quelli che non si possono permettere la retta per intero perché percepiscono una pensione che non raggiunge l’importo mensile necessario. È il caso della signora Maria Caterina, 92 anni, affetta da demenza senile. Dopo 20 anni di permanenza in quella che è diventata la sua casa, rischia di dovere lasciare la struttura. «Almeno fino a quando non sarà rinnovata la convenzione - dice la figlia, Domenica Rosa Battaglia -. Ho una pensione di invalidità di 300 euro, utilizzerò la somma per coprire le spese di mamma. Non voglio che venga messa alla porta. Ma non so come fare, anche perché mi hanno chiesto gli arretrati, circa 3mila euro», conclude amareggiata la donna che si appella alla Regione. «La burocrazia non può penalizzare i soggetti fragili come gli anziani, la convenzione con la Regione va riattivata, è una questione di civiltà».


Giornalista
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