La sentenza

Truffa sulle assicurazioni auto nel Vibonese: tre condanne e una raffica di assoluzioni

Nell'ambito del processo scattato a seguito dell'operazione denominata "Dirty business" in sede di sentenza è caduto il reato associativo comportando un sensibile abbassamento dell'entità delle pene

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di Redazione Cronaca
8 marzo 2024
12:42

Tre condanne e una raffica di assoluzioni e prescrizioni del reato. Dopo quasi 10 anni di dibattimento termina il processo sulle presunte truffe alle assicurazioni. Erano 43 le persone coinvolte in questo filone, tutte residenti in vari centri della provincia di Vibo Valentia.

Le persone condannate in base alla sentenza emessa dal giudice Tiziana Macrì, presidente del Tribunale collegiale (a latere Roberta Ricotta e Laerte Conti), sono Domenicantonio Arena, di 49 anni, Giovanni Battista Arena (39) e Mylene Molina (60) di Tropea. Per loro la pena è di due anni di reclusione, assolti per altri capi di imputazione. Nei confronti dei primi due, difesi dall'avvocato Francesco Rombolà, il pm aveva chiesto una condanna a 10 anni mentre per la terza, difesa da Michele Accorinti, 8 anni.


In sede di sentenza è caduto il reato associativo comportando un sensibile abbassamento dell'entità delle pene Il Tribunale ha invece scagionato dalle accuse Antonio Arena, Maria Carmela Arena, Sarina Margherita Nicolaci, Maria Antonia Nicolaci, Graziella Arena, Giovanni Battista Arena, Palma Paglianiti, Domenico Solano, Gessica Solano, Antonio Barbieri, Stefano Preiti, Emanuela Currà, Domenico Preiti, Rocco Durante, Giuseppe Greco, Salvatore Barbieri, Maria Concetta Mazzeo, Concetta Lucifero, Giammarco La Torre, l'avvocato Giuseppe Santamaria e Giasmara La Torre. Sono finiti in prescrizione altri reati contestati ad alcuni degli imputati. L'inchiesta denominata "Dirty business", ruotava attorno ad una serie di incidenti e certificati medici ritenuti fasulli e prodotti per ottenere risarcimenti non spettanti. La presunta associazione per delinquere - reato contestato in sede di conclusione indagini - secondo l'accusa avrebbe iniziato ad operare in tutta la provincia di Vibo Valentia dal 2007 sino al 2015.

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