La sentenza

Uccise la madre con 32 coltellate a Castrovillari, assolto perché incapace d’intendere e volere

Difetto d'imputabilità, questa la pronuncia della Corte d'assise di Cosenza. L'avvocato del 35enne Paolo Emilio Sisci: «È una persona malata che deve essere curata, piuttosto che punita»

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di Redazione
2 febbraio 2024
19:18

La Corte d'assise di Cosenza ha assolto per difetto di imputabilità Paolo Emilio Sisci, il 35enne che il 27 maggio 2021, aveva ucciso con 32 coltellate la madre, Filomena Silvestri, di 65 anni, nel proprio appartamento in via Pellegrini Reginaldo a Castrovillari. La Corte ha così accolto le tesi del difensore di Sisci, l'avvocato Roberto Laghi, il quale aveva evidenziato l'assoluta incapacità di intendere e di volere al momento dell'atto del proprio assistito.

Una vicenda giudiziaria nella quale sono confluiti numerosi accertamenti tecnici. Da un lato l'accertamento cadaverico e la perizia autoptica disposta dal pubblico ministero, quindi l'accertamento sulle capacità di intendere e di volere. Il pm Valentina Draetta, nell'immediatezza del fatto, aveva chiesto al gip di Castrovillari che, con incidente probatorio, venisse accertata la capacità dell'uomo al momento del matricidio. La difesa, dal canto suo, ha schierato un collegio di esperti composto da Stefano Ferracudi, docente di criminologia e neurologo, da Michele di Nunzio, psichiatra, e da Roberta Costantini, psicologa giuridica e testologa. Il perito del giudice, è stato Paolo Emilio De Pasquali, primario di psichiatria dell'Ospedale di Cosenza.


De Pasquali, nella sua perizia, ha evidenziato che, con opportuna terapia farmacologica e psicologica, la pericolosità sociale di Sisci potrà essere tenuta sotto controllo, tanto che lo stesso non avrebbe alcuna necessità di soggiornare in una Rems. Laghi, dopo la lettura del dispositivo, nel manifestare la propria soddisfazione per l'assoluzione del proprio assistito, ha detto che «la tragedia che ha sconvolto l'intero territorio è stata causata da uno stato patologico. Paolo Emilio Sisci è un malato che deve essere curato, piuttosto che punito. È la prima vittima della sua patologia. Esistono tutte le condizioni affinché Paolo Emilio possa tornare presto libero, sottoposto periodicamente a controlli da parte delle strutture presenti sul territorio». In aula, oggi pomeriggio, era presenti il padre che, insieme alla sorella, è stato sempre vicino all'uomo. 

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