In fuga dalla guerra

Ucraina, in Calabria ancora pochi profughi ma prefetture al lavoro: «Ci prepariamo anche a grandi flussi»

Il dato è emerso ieri durante la riunione di coordinamento organizzata ieri a Catanzaro, il prefetto di Catanzaro: «Necessario programmare per non farci trovare impreparati in caso di flussi massicci». Verifiche sui Cas e nel sistema Sai

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di Luana  Costa
9 marzo 2022
15:30

«Al momento in Calabria non abbiamo avuto grandi flussi, solo alcuni arrivi spontanei di persone che si sono ricongiunti con ucraini residenti qui». Lo ha confermato il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, che nel pomeriggio di ieri ha presieduto un tavolo di concertazione per programmare l'accoglienza della popolazione ucraina in fuga dalla guerra.

«Abbiamo avuto nella provincia di Catanzaro un piccolo nucleo familiare - una donna e due bambini -, poi un flusso un po' più consistente a Crotone, circa 50 persone, e un altro nucleo di 30 persone che si sono dirette a Cosenza. Al momento l'attività è concentrata sullo screening sanitario e ciò che sta svolgendo la Questura per il posizionamento sul territorio poiché possono beneficiare di un permesso di un anno di status di rifugiato senza il bisogno di essere auditi dalla apposita commissione».


Riunione di coordinamento ieri con tutti i prefetti della Calabria, con la vicepresidente della Regione, Giusy Princi, con il dirigente generale della Protezione civile, Fortunato Varone, e del dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi nonché con i questori e alla presenza della direttrice scolastica regionale: «Lo scopo - ha aggiunto ancora la rappresentente di Governo - per affrontare in maniera coordinata il fenomeno e per non trovarci impreparati laddove si dovesse verificare un massiccio afflusso, che si teme ma che al momento non c'è».

È possibile infatti che anche la Calabria sarà chiamata a fare la sua parte nell'ambito di un piano di distribuzione nazionale «che ci vedrebbe interessati al pari delle altre regioni» ha chiarito il prefetto di Catanzaro. «Quindi stiamo facendo verifiche di disponibilità sia nei Cas, che potrebbero essere implementati nel numero, sia nel sistema Sai, sia per quel che riguarda altre disponibilità che recepirà la Regione in funzione di un intervento di tipo immediato per non lasciare le persone senza riparo. Inoltre per l'attività di screening sanitario e di inserimento nelle scuole, per coloro che sono in età scolastica».

Giornalista
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