Ultima Spiaggia, le cosche controllavano le partite di calcio

Dall'inchiesta della procura di Reggio Calabria emergono nuovi particolari: le 'ndrine di San Lorenzo e Bagaladi avrebbero condizionato anche i risultati delle partite di calcio
di redazione
19 dicembre 2014
10:25

Reggio Calabria - Migliaia di euro all'anno alla squadra di calcio del paese.  Il comune di San Lorenzo elargiva fondi cospicui per sostenere la società.  


Una sorta di pizzo mascherato da contributo, secondo il collaboratore di giustizia Giuseppe Ambrogio, che finiva nelle casse della "Omega Bagaladi San Lorenzo", guidata da Rocco Giovanni Maesano, ex responsabile dell'Ufficio tributi del Comune di San Lorenzo e presunto affiliato alla cosca di 'ndrangheta dei Paviglianiti. Nel 2011 la società calcistica avrebbe ricevuto 7.500 euro, un contributo importante per una piccola realtà come quella di San Lorenzo. La consistenza del finanziamento non sarebbe cambiata neppure l'anno successivo, nonostante la fusione tra Melitese e Bagaladi. Il Comune avrebbe tagliato e risparmiato su vari capitoli di spesa per sostenere la squadra divenuta "Associazione sportiva valle Grecanica". "Se vi serve materiale di pulizia, ve lo comprate! ... già lo sa che gli dico che per me la scuola la può chiudere... gliel'ho detto per San Lorenzo... e glielo sto dicendo per Bagaladi... se hanno i soldi per mantenersi, si mantengono sennò che vadano dalla Gelmini e gli cerchino i soldi alla Gelmini". Così Maesano, intercettato dagli inquirenti, rispondeva ad un dirigente scolastico. I soldi del Comune dovevano servire per altro.


 

Ma Maesano non si sarebbe limitato a finanziare illecitamente la sua amata squadra. Dalle intercettazioni emerge che il Maesano, assieme al figlio Giuseppe avrebbe minacciato gli avversari: "o perdete o vi ammazziamo". Nel febbraio 2012, prima dell'incontro tra Praia e Bagadali, pare che i Maesano abbiano fermato il presidente del Praia, Battaglia. "Ha telefonato il direttore sportivo del Praia, Battaglia ... dice che è successo un macello. ..che padre e figlio (Rocco Giovanni Maesano ed il figlio Giuseppe, ndr ) li hanno fermati sotto Bagaladi, dove c'è il rettilineo, e gli hanno detto ... dopo che li hanno invitati che stavano andando al castello a mangiare ... là al campeggio ... che so dove... gli hanno detto che non salgano proprio ... con i bastoni...che a Bagaladi gli devono dare la partita. ..qua, là ...qua non si gioca ...qua vi ammazziamo". Nonostante l'intercettazione il Presidente  Battaglia, ascoltato dagli inquirenti, negherà di aver parlato con Maesano ma, proprio quel giorno il Praia,definito irriconoscibile dai commentatori calcistici, perderà la partita per uno a zero. L'anno successivo il Praja è addirittura retrocesso  e preferisce saltare l'ultima partita del campionato pur di non andare a Bagaladi. Per il gip, "si tratta di episodi quanto mai emblematici della scarsissima fedeltà alla funzione pubblica da parte del Maesano, vilipesa in ogni sua manifestazione e continuamente influenzata da interessi di parte, a ciò si aggiunga il comportamento minaccioso attuato ai danni della compagine calcistica rivale, preannunciato da propositi tutt'altro adamantini quanto alla "vendita" di partite funzionali a fare cassa, e poi attuato in tutta la sua crudezza mediante il trabocchetto di un invito amichevole, trasformatosi brutalmente nella richiesta estorsiva che passa da minacce d i morte accompagnate dall'uso di bastoni".

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