Ancora polemiche sulla lentezza con cui procede la campagna di vaccinazione in Calabria e, in particolare, sulle parole del commissario alla sanità Guido Longo che ha attribuita la bassa percentuale di dosi somministrate alla poca adesione tra il personale medico. Dopo la dura replica dei cinque ordini dei medici provinciali, arriva anche quella della Fimp Calabria (Federazione Italiana Medici Pediatri).  «Dopo il caos sui tamponi - denunciano i pediatri -, che perdura ancora oggi in quanto, eccetto pochissime eccezioni legate essenzialmente alla buona volontà degli operatori coinvolti, non siamo riusciti a organizzare un sistema di tracciamento omogeneo in tutta la Regione, ora è la volta del caos vaccinazioni anti-Covid».

E a «creare ulteriore confusione» è arrivata poi «la dichiarazione del Commissario Straordinario dott. Longo – scrivono i pediatri calabresi - che, per giustificare il fatto che la Calabria si è trovata subito all’ultimo posto tra le regioni per numero di soggetti vaccinati al COVID 19, ha dichiarato che ciò era dovuto ad una mancata adesione dei medici alla vaccinazione. Dichiarazione, parzialmente rettificata dopo la dura presa di posizione dei Presidenti degli Ordini dei Medici della Regione. Ma ormai la notizia era stata ormai diffusa su tutti i media locali e nazionali creando confusione e dubbi nella popolazione generale che si è cominciata a chiedere perché i medici dovrebbero rifiutare questa vaccinazione».

«Come Pediatri di Famiglia – continua la nota - contestiamo non solo questo tipo di affermazioni, ma tutto questo modo di procedere. Infatti, vedendo la sostanziale immobilità della regione e delle ASP su questo argomento, nonostante a livello nazionale si stesse programmando già da diverse settimane la distribuzione delle dosi di vaccino necessarie ad ogni Regione, abbiamo provveduto noi stessi, già da qualche settimana, a raccogliere le adesioni dei colleghi e ad inviarle ai distretti per facilitare l’organizzazione degli appuntamenti per eseguire la vaccinazione. E, con dati alla mano, possiamo affermare di avere avuto un’adesione abbondantemente superiore al 90% e in qualche distretto addirittura del 100%. Pertanto, non abbiamo motivo di ritenere che tutti gli altri colleghi che lavorano ogni giorno rischiando di essere contagiati e di essere fonte di contagio loro stessi, possano avere un comportamento diverso dal nostro».

E ancora: «Per cui queste dichiarazioni sono completamente prive di fondamento ed elusive del vero problema che è rappresentato dalla mancanza di un Piano Vaccinale Regionale anti-Covid. Come qualche mese fa, abbiamo dovuto scoprire, per mezzo di una trasmissione televisiva, che la Calabria non aveva un piano anti-covid, ora scopriamo che ancora che non abbiamo un piano di vaccinazione. Per cui in ogni ASP si innesca il rimpallo tra servizi di prevenzione e distretti su chi è la competenza ad organizzare la vaccinazione. Una cosa scandalosa che, in questo caso, per la drammaticità del momento, rischia di avere delle ripercussioni anche di livello penale che molti di coloro che hanno responsabilità gestionali non hanno ancora capito».

I pediatri chiedono quindi che la Calabria «si doti immediatamente di un “Piano Regionale di Vaccinazione Anti-Covid” che permetta di raggiungere la popolazione target il più presto possibile dando indirizzi a tutte le ASP sui centri vaccinali previsti, le priorità di effettuazione della vaccinazione, le modalità di prenotazione, i tempi entro cui devono essere completate e il personale necessario per rispettare il cronoprogramma».

Dal loro canto, i pediatri si dicono disponibili non solo a vaccinarsi, ma anche a «contribuire all’efficienza del processo effettuando le vaccinazioni ai nostri assistiti a supporto delle strutture vaccinali, qualora lo si ritenesse necessario. In un momento drammatico come questo, non possono essere accettate diserzioni da parte di alcuno, ma deve essere richiesto il contributo di tutti. Ed i pediatri di famiglia calabresi, lo ricordiamo ancora, lo stanno danno da dieci mesi, anche in assenza del Piano Regionale Anti-Covid».

«Infine, ci sentiamo di raccomandare al Commissario Straordinario per il Piano di Rientro, di scegliersi dei collaboratori affidabili per evitare di cadere in grossolani scivoloni come questo sull’adesione di medici alla vaccinazione. Se poi questi collaboratori, sono per lo più gli stessi che ricoprono cariche dirigenziali e decisionali da decenni, non c’è proprio da attendersi niente di diverso, essendo essi stessi, a nostro parere – concludono -, corresponsabili della scellerata gestione della sanità nella nostra Regione da diversi anni a questa parte».